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Dopo quasi 48 ore di silenzio ha parlato il mancato vincitore delle elezioni politiche 2013 Pierluigi Bersani. 
 
 
Non meraviglia affatto il silenzio del leader, che ha affidato le prime parole di circostanza al povero Stefano Fassina e poi all’incauto Enrico Letta che, fin da subito, aveva paventato la possibilità di ritornare al voto. L’attesa di Bersani deriva dal fatto che occorre comprendere quale strategia adotterà il Pd e la sua coalizione, ora che ha praticamente perso delle elezioni in cui era stato dato vincente fin dalle prime ore di campagna elettorale. 
Se non fosse che il paese si trova in un momento di straordinaria crisi, dal momento che nessuno dei tre partiti più votati ha conquistato i seggi sufficienti per formare un governo stabile, sarebbe da richiedere le immediate dimissioni di Bersani, che ha fallito totalmente la sua campagna elettorale. Ora però le esigenze sono altre e occorre pensare a quello che sarà il futuro governo. 
Non abbiamo vinto anche se siamo arrivati primi.  
Questa è la ragione della nostra delusione.” Bersani attribuisce la colpa al sistema elettorale, in particolare “a chi ha voluto impedire la riforma della legge elettorale”. Bersani parla, quasi a malincuore delle “novità” di questa campagna elettorale. Parla della crisi drammatica del nostro paese e delle ricette “targate solo austerità”. 
 
“Questa campana suona anche per l’Europa” dice. Arriva però anche il mea culpa di Bersani che riconosce come la politica in questa campagna elettorale è apparsa non credibile, e la dinamica di disaffezione, distacco e rifiuto dei meccanismi di partecipazione dai partiti e le ricette opposte dal PD non sono bastate. 
 
La società civile deve dimostrare l'eccellenza e le competenze che, per il bene comune si devono begare le "lobby di potere". Basta 
 
Tardivamente Bersani torna a parlare di riforma delle istituzioni e dei grandi temi sociali.  
Se forse si fosse ricordato in campagna elettorale di essere un uomo di sinistra, è ovvio che Bersani avrebbe salvato il risultato delle elezioni.  
 
L’unica verità che Bersani dovrebbe riconoscere è quella di aver sbagliato completamente la campagna elettorale, fatta tutta di battute, come quella di smacchiare leopardi, e solo timidi accenni alle riforme e alle proposte. 
 
 
 
 
5 marzo 2013  
                                                                                                           
di Ninni Raimondi 
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