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Tragedia di Prato, per Napolitano 
“insostenibile illegalità e sfruttamento” 
 
Non c'era alcuna possibile via di fuga nel laboratorio che si è trasformato in una trappola mortale nella zona del Macrolotto, dove sette cittadini di nazionalità cinese sono morti in un incendio le cui cause sono ancora in via di accertamento. A innescare le fiamme, probabilmente una stufa elettrica, mentre non sarebbero state trovate bombole di gas 
Pompieri e una bara senza nome davanti alla fabbrica distrutta 
 
PRATO
Dopo l'incendio in fabbrica che è costato la vita a sette operai cinesi, il sindaco di Prato Roberto Cenni, in accordo con la Giunta, ha proclamato il lutto cittadino per mercoledì 4 dicembre e una seduta straordinaria del Consiglio comunale per lo stesso giorno alle 15.30. E' la prima volta nella storia della città che viene indetta una giornata di lutto. Le bandiere saranno a mezz'asta in tutti gli edifici pubblici, la campana civica di Palazzo Pretorio suonerà a morto all'inizio del Consiglio straordinario e alle 12 nelle scuole e negli uffici pubblici sarà osservato un minuto di silenzio. Il Comune invita inoltre i commercianti e i cittadini ad esporre su negozi ed abitazioni dei drappi neri. 
E in una lettera inviata a Enrico  Rossi, presidente della Giunta regionale Toscana,  Giorgio Napolitano auspica l’emersione “da una condizione di insostenibile illegalità e sfruttamento realtà produttive e occupazioni che possono contribuire allo sviluppo economico". Rossi dopo la morte dei sette lavoratori cinesi nella fabbrica-dormitorio di Prato  ha chiesto l'intervento del Governo perché "qui i lavoratori vivono e lavorano in soppalchi come Auschwitz". 
 
"Indirizzo, suo tramite, ai rappresentanti della comunità cinese e alla città di Prato l'espressione dei miei sentimenti di umana dolorosa partecipazione per le vittime della tragedia del rogo che ha distrutto un opificio cinese, suscitando orrore e compassione in tutti gli italiani. Ha scritto Napolitano: “Condivido la necessità da lei posta con forza di un esame sollecito e complessivo della situazione che ha visto via via crescere a Prato un vero e proprio distretto produttivo nel settore delle confezioni, in misura però non trascurabile caratterizzato da violazione delle leggi italiane e dei diritti fondamentali dei lavoratori ivi occupati. Al di là di ogni polemica - continua - o di una pur obbiettiva ricognizione delle cause che hanno reso possibile il determinarsi e il permanere di fenomeni abnormi, sollecito a mia volta un insieme di interventi concertati al livello nazionale, regionale e locale per far emergere da una condizione di insostenibile illegalità e sfruttamento - senza porle irrimediabilmente in crisi - realtà produttive e occupazioni che possono contribuire allo sviluppo economico toscano e italiano". Intanto, la Conferenza dei capigruppo di Montecitorio ha stabilito che il governo interverrà domani, alle 13, nell'aula della Camera, per un'informativa urgente sull'incendio nello stabilimento tessile di Prato. 
 
GrRAI 
3/12/2013
di Ninni Raimondi 
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