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Israele scongela parte dei fondi di proprietà dell'Autorità palestinese. 
                          30 Gennaio 2013 
 
Il governo israeliano teme un collasso della Palestina. I fondi erogati ammontano a circa 100 milioni di dollari. Da mesi l'Anp è in crisi e fatica a pagare gli stipendi di personale amministrativo e guardie di sicurezza. Il denaro è congelato dal novembre 2012 dopo l'entrata dell'Anp all'Onu come Stato non membro.  
La crisi finanziaria dell'Autorità Nazionale Palestinese minaccia la sicurezza di Israele. Per evitare un collasso dell'Anp il governo israeliano ha sbloccato ieri 100 milioni di dollari di gettito fiscale dell'Autorità Palestinese, congelati dal novembre 2012 dopo l'entrata dell'Anp all'Onu come Stato non membro. 
Il denaro scongelato è solo la metà delle tasse di proprietà della Palestina "custodite" nella casse di Israele, che secondo gli accordi di Oslo gestisce la raccolta delle imposte in Cisgiordania. La cifra totale sarebbe di circa 200 milioni di dollari. I fondi scongelati  serviranno a pagare il debito dell'Anp verso la Israel Eletrict Corporation, società israeliana responsabile della fornitura di elettricità in Cisgiordania.    
Una fonte dell'ufficio del Premier Netanyahu afferma che l'erogazione dei nuovi fondi verrà riesaminata alla fine di febbraio. 
A causa del congelamento delle tasse gestite da Israele e la diminuzione dei fondi erogati da Paesi occidentali e Stati arabi, da diversi mesi l'Anp si trova in una situazione finanziaria critica. Il governo fatica a pagare gli stipendi del personale amministrativo e degli addetti alla sicurezza.    
 
 
di Ninn Raimondi 
 
 
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