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Il comunista preferito dagli USA
 
Il comunista preferito dagli Usa: Napolitano, ancora, non se ne va in pensione 
di Ninni Raimondi
 
 
L’età pensionabile in Italia è cresciuta, peccato che i comuni mortali siano costretti a lavorare fino alla vecchiaia mentre “Re Giorgio” non ha intenzione di mollare lo scranno. Napolitano non è più il presidente della Repubblica, che faceva e disfaceva i governi, eppure continua a mettere bocca sulla politica italiana dall’alto della sua proverbiale imparzialità.  
L’ex ministro degli Esteri ombra del Pci, che nel 2001 Kissinger definì “My favourite communist”, il mio comunista preferito, ha sentenziato ancora una volta, tentando di condizionare, senza tanti giri di parole, il prossimo accordo parlamentare: “Paolo Gentiloni è divenuto punto essenziale di riferimento per il futuro prossimo e non solo nel breve periodo della governabilità e della stabilità politica dell’Italia”, ha detto Napolitano alla consegna al premier del premio Ispi istituito in ricordo dell’ambasciatore Boris Biancheri. 
Sempre secondo l’ex capo dello Stato: “Gentiloni ha conquistato una limpida e piena fiducia tra gli italiani e nelle relazioni internazionali”. In pratica Napolitano ha già incoronato il premier uscente, giudicandolo perfetto per ricoprire di nuovo il ruolo svolto negli ultimi mesi.  
 
E’ chiaro quindi che l’ex presidente della Repubblica auspica nuovamente un governo di inciucio, l’ennesima accozzaglia che di fatto con l’attuale legge elettorale già si prefigura.  
Quanto ci sia bisogno di un’opposizione netta a questo tipo di accordi preconfezionati per propinare all’Italia altri cinque anni di minestrone, utile a spartirsi le poltrone tra centrodestra e centrosinistra, è inutile ribadirlo. Se poi è Napolitano a prefigurare questo scenario, indicando ancora una volta il futuro primo ministro, dovrebbe ancor più far drizzare le antenne agli elettori. 
Licenza Creative Commons  23 Febbraio 2018
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