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Ecco come ci distrugge l’Europa
 
Tasse più alte e tagli alle pensioni: Ecco come ci distrugge l'Unione Europea 
di Ninni Raimondi
 
Non è bastata l’austerità? Ce ne vuole di più. E la legge Fornero? Stesso discorso. Due proposte che dopo l’esperienza del governo Monti verrebbero bocciate senza appello tornano di nuovo prepotentemente alla ribalta “grazie” all’Fmi. 
“Italia: verso una riforma fiscale improntata alla crescita” è il titolo del working paper che i tecnici del fondo hanno elaborato nell’analisi della situazione economica tricolore. E cosa ci dicono dall’Fmi?  
Che l’Italia, per non perdere il treno dello sviluppo e della mini-ripresa (molto mediatica quanto poco statisticamente rilevante) dovrebbe ripercorrere la strada della cura dei conti pubblici. 
Le proposte rasentano la follia.  
Se l’Fmi non critica lo sblocco dopo nove anni del contratto del pubblico impiego, allo stesso tempo ritiene però che si debba intervenire con l’accetta su pensioni e tasse.  
Come?  
Ad esempio tagliando la quattrodicesima e parte della tredicesima, stringendo le maglie sulla reversibilità per i superstiti, ricalcolando le “vecchie” pensioni erogate ancora con il metodo retributivo e dando un giro di vite sulla rivalutazione periodica degli assegni. 
 
Leggermente meglio va dal lato del fisco.  
Il Fondo ritiene imprescindibile arrivare ad una riduzione delle imposte, specialmente Irpef, Ires e Irap. Allo stesso tempo, però, bisogna rispettare il principio del pareggio di bilancio: se una mano dà, l’altra deve togliere.  
Ecco allora l’idea di aumentare l’Imu e le trattenute sui dividendi, mentre andrebbero rivisti molti dei bonus fiscali, senza contare l’immancabile capitolo sul potenziamento della lotta all’evasione fiscale, croce e delizia di ogni manovra che puntualmente si ritrova poi a non destinare al taglio delle tasse quanto incassato dall’attività dell’Agenzia delle Entrate. 
L’Fmi converge così con le osservazioni già mosse all’Italia dalla banca centrale europea e dalla Commissione Ue, che a poche ore del voto aveva già messo nero su bianco i propri punti programmatici da lasciare in eredità al nuovo governo.  
Una convergenza più che sospetta, visto che i tre soggetti sono anche gli stessi che compongono la famigerata “Troika“.  
Se a questo aggiungiamo che la relazione è stata elaborata dal tema guidato da quel Carlo Cottarelli che Berlusconi vorrebbe ministro alla spending review, il cerchio potrebbe terribilmente chiudersi come un cappio. 
Un cappio attorno al collo degli italiani! 
Licenza Creative Commons  20 Marzo 2018
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