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Pronti a uccidere Assad
 
Siria, la minaccia di Israele: “Pronti ad uccidere Assad” 
di Ninni Raimondi
 
“Se il presidente siriano Bashar Assad continuerà a permettere agli iraniani di operare dalla Siria, Israele lo eliminerà e rovescerà il suo regime“. Lo ha dichiarato Yuval Steinitz, ministro dell’Energia israeliano, in un’intervista al sito Ynet. “Se Assad – ha poi precisato il ministro – consente a Teheran di fare della Siria una base avanzata contro Israele e di attaccarci, sappia che scrive la sua fine”. Non è la prima volta che Tel Aviv promette di eliminare il presidente della Siria. Già a maggio 2017 il ministro per gli alloggi e le costruzioni Yoav Galant affermò che era “tempo di eliminare Assad”, specificando che si trattava di una mossa necessaria sempre per contrastare l’Iran: “Dobbiamo prima tagliare la coda del serpente (Assad, ndr): poi potremo concentrarci sulla testa, che è Teheran”, disse Galant. Lo stesso ministro sostenne che il governo di Assad è il peggiore dai tempi di Hitler. 
Quanto dichiarato adesso da Steinitz non è quindi da considerarsi una novità, soprattutto visti i toni forti utilizzati sovente dal governo israeliano in politica estera. Allo stesso tempo però è sintomatico come Tel Aviv continui a far finta di non aver mai preso parte al conflitto siriano. “Fino ad ora Israele non è stato coinvolto nella guerra civile (siriana, ndr)” – ha dichiarato il ministro dell’Energia – ma se consentirà a Teheran di fare della Siria una base avanzata contro di noi, sappia che questa è la sua fine, questa è la fine del suo regime”. Peccato che non si contano più i bombardamenti israeliani in territorio siriano. Secondo il New York Times, ma anche stando a quanto riferito dai media israeliani, già a febbraio 2018 se ne potevano annoverare “più di cento”. Superfluo poi citare gli ultimi raid dell’aviazione israeliana contro postazioni militari iraniane in Siria. Nonostante quindi le continue smentite da parte di Tel Aviv, nessuno crede sul serio che Israele sia neutrale. 
 
La percezione dell’Iran come minaccia da parte di Israele è storica e ben nota, ma questo con tutta evidenza non significa che sia legittimo colpire uno Stato sovrano che invece legittimamente può avvalersi dell’aiuto di truppe militari di altri Stati per combattere il terrorismo interno.  
Nonostante poi i continui tentativi da parte di Tel Aviv di dimostrare le “cattive intenzioni” di Teheran, al momento di prove non ce ne sono.  
Suonano quindi come il solito leitmotiv le ultime dichiarazioni del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, secondo cui le Guardie Rivoluzionarie iraniane avrebbero “trasferito armi avanzate in Siria per attaccarci sia sul campo di battaglia che sul fronte interno, inclusi Uav armati, missili e batterie anti-aeree iraniane che minaccerebbero lo spazio aereo “.  
Verrebbe anzi da chiedere a Netanyahu quale sarebbe il “fronte interno”, visto che Israele “fino ad ora non è stato coinvolto nella guerra civile”. 
Licenza Creative Commons  11 Maggio 2018
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