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Salvini al Washington Post
 
Salvini al Washington Post: “Piano Marshall per l’Africa e sì all’annessione della Crimea alla Russia” 
di Ninni Raimondi
 
L’annessione della Crimea è legittima.  
Così il ministro dell’Interno Matteo Salvini si è espresso nel corso di un’intervista al Washington Post. Una lunga chiacchierata con il cronista, nella quale ha parlato dei temi caldi che sta affrontando l’Europa, e nella quale ha spiegato il suo sogno di un fronte sovranista europeo. Un tema in cui la questione della Crimea rientra a pieno titolo. 
Salvini, che ha annunciato che presto si recherà in Africa, ha anche spiegato che per il continente Nero serve un Piano Marshall, che permetta di migliorare le condizioni di vita nei Paesi d’origine e quindi scoraggi le partenze. Perché solo così, secondo Salvini, si potrà risolvere il problema dell’invasione, ed evitare che l’obiettivo diventi la ridistribuzione degli immigrati tra i vari Paesi europei. Quello che l’Europa sta facendo per l’Africa non è abbastanza secondo Salvini, perché per arginare i flussi migratori ha chiesto aiuto al turco Erdogan. “Se 6 miliardi di euro vanno alla Turchia e solo 500 milioni di euro ai Paesi africani, la nostra battaglia deve diventare quella di aumentare i fondi destinati all’Africa”. 
 
È un Salvini a tutto tondo quello che si racconta al Washington Post, rivelando le sue ambizioni e spiegando le linee guida del governo italiano. Il fronte sovranista è una conseguenza di questa visione sull’immigrazione, e il suo obiettivo è quello di mettere insieme i partiti che si riconoscono in questa visione, i cosiddetti populisti, in vista delle elezioni europee. In questo modo gli interessi nazionali dei vari Paesi potranno venire tutelati anche all’interno del Parlamento europeo. 
Di qui, a proposito di interessi nazionali, il passaggio che porta al riferimento alla Crimea. L’intervistatrice gli chiede il motivo per cui Salvini vuole togliere le sanzioni alla Russia e lui afferma che tali sanzioni “non si sono dimostrate utili e, secondo i dati, danneggiano le esportazioni italiane”. Quindi la Crimea. Il vicepremier italiano, incalzato dalla cronista, difende la posizione di Mosca in merito, e spiega che il 90% della popolazione ha votato per ritorno della Crimea nella Federazione Russa perché “ci sono alcune zone storicamente russe, con la cultura e le tradizioni russe, che appartengono legittimamente alla Federazione Russa”. 
 
Ed è proprio in tema di Russia che l’ammirazione di Salvini nei confronti del presidente americano Donald Trump trova qualche intoppo.  
Salvini afferma di essere d’accordo su quasi tutto con lui, dal riconoscimento di Gerusalemme come capitale di Israele alle politiche in tema di immigrazione. Perché sta realizzando quello che ha promesso agli elettori.  
Ma sulle sanzioni alla Russia proprio non ci siamo. 
Licenza Creative Commons  27 Luglio  2018
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