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Lo sciacallaggio buonista di Amnesty: “Aumento morti in mare colpa dell’Italia” 
di Ninni Raimondi
 
Vite umane usate come merce di scambio.  
Gli immigrati lasciati morire di fame.  
E ancora, le Ong definite “eroiche”.  
 
Sembra un delirante accrocchio di frasi fatte dettato alla Bonino o a Liberi e Uguali direttamente da un qualsiasi centro sociale. E invece si tratta di un comunicato rilasciato oggi da Amnesty International (non che faccia poi questa gran differenza, va detto) in merito alle recenti politiche adottate dall’Italia in materia di immigrazione clandestina. 
“Nonostante il calo del numero di persone che cerca di attraversare il Mediterraneo negli ultimi mesi – spiegano da Amensty – il numero dei morti in mare si è impennato”.  
L’organizzazione non pensa neanche per un istante che la colpa di ciò sia dovuto alla brama di guadagno dei trafficanti di esseri umani, che caricano bagnarole di ogni tipo stipandole di immigrati ben sapendo che al largo della Libia vi sarà sempre una qualche Ong pronta a soccorrerli. Tutt’altro: “La responsabilità per il numero crescente di vittime ricade sui governi europei che sono più preoccupati di tenere le persone fuori piuttosto che salvare vite umane”, spiega Matteo de Bellis. 
 
“Le politiche europee – aggiunge il ricercatore – hanno autorizzato la Guardia costiera libica a intercettare le persone in mare, tolto la priorità ai salvataggi e ostacolato il lavoro vitale delle ONG di salvataggio. Il recente aumento di le morti in mare non è solo una tragedia: è una vergogna”. A parte che non si tratta di “intercettazioni” visto che la Libia ha da settimane una sua zona SAR (ed è quindi un porto sicuro), l’apice del delirio lo si raggiunge in un rapporto pubblicato dalla stessa Amensty che cerca di attribuire alla chiusura dei porti italiani gli oltre 700 morti che l’organizzazione stima essere annegati nel mediterraneo nel solo periodo giugno-luglio di quest’anno. Le accuse non si fermano qui, ma ritirano fuori la solita storia dei presunti (e buoni per tutte le stagioni) campi di concentramento: “I governi europei sono collusi con le autorità libiche per contenere in Libia i rifugiati e i migranti, a dispetto degli orribili abusi che rischiano per mano della Guardia Costiera libica e nei centri di detenzione in Libia.  
I piani di espandere questa politica di esternalizzazione nella regione sono profondamente preoccupanti”. 
Licenza Creative Commons  9 Agosto  2018
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