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Meraviglie dell’Italia fascista
 
Meraviglie dell’Italia fascista: Il bunker di Mussolini a Villa Torlonia 
di Ninni Raimondi
 
Sono occorsi quasi due anni, ma dallo scorso 10 luglio è nuovamente visitabile il bunker personalmente voluto dal Duce d'Italia Benito Mussolini nel sottosuolo di Villa Torlonia a Roma. 
Il sito, comprendente anche i rifugi antiaerei capitolini, è stato infatti chiuso dal 31 ottobre 2016, in seguito alla scadenza della concessione al centro ricerche speleo archeologiche Sotterranei di Roma (l’inaugurazione avveniva nell’ottobre del 2014).  
Una lunga quanto infelice chiusura per un luogo così affascinante e storicamente significativo; fortunatamente l’associazione Roma Sotterranea è riuscita ad aggiudicarsi il bando triennale per la gestione del complesso, oltre a quello per il bunker dei Savoia a Villa Ada. 
Realizzato tra il 1940 e il 1943 sotto il Casino Nobile, il bunker viene collegato alle antiche cantine della villa trasformate in rifugi antiaerei.  
Mussolini in questi anni capisce l’importanza d’avere a disposizione una via di fuga per sé e la sua famiglia in caso di attacco nemico alla propria residenza privata sulla via Nomentana.  
Lo stesso Führer, Adolf Hitler, comincia del resto già dal ’36 a preoccuparsi della realizzazione del proprio bunker a Berlino, in questo caso controverso, ma non più visitabile dopo la demolizione nel ’47. 
 
I visitatori disposti ad avventurarsi nelle visite guidate tra i cunicoli sotterranei di Roma hanno la possibilità di scoprire una serie di ambienti sicuramente non convenzionali, un allestimento che comprende nelle gallerie dei rifugi pezzi originali d’epoca, mentre nella sala del bunker si può vivere un’esperienza simulata di bombardamento aereo nemico attraverso degli effetti di luci e suoni.  
Viene inoltre proiettato un documentario che ripercorre il piano, non portato a termine, della Royal Air Force, di colpire simultaneamente Villa Torlonia e Palazzo Venezia in modo da eliminare Mussolini. 
Nuova apertura pertanto incoraggiante e promossa dal consistente numero di visitatori del primo mese, una risposta segno del costante e crescente interesse del pubblico (italiano e straniero) nei confronti del fascismo.  
Non vi è oscurantismo o caccia alla strega che tenga: gli amanti della storia vogliono approfondire la figura del Duce e i luoghi del ventennio.  
Non lo dimostra più solo la cripta di Predappio, ma quest’anno si è potuto constatare anche dal successo della mostra “Post Zang Tumb Tuuum. Art Life Politics: Italia 1918-1943” presso Fondazione Prada, o dalle code per le aperture straordinarie al Padiglione Reale della stazione di Milano e al Palazzo dell’Aeronautica Militare. 
 
Un’opera di grande interesse storico ed ingegneristico sembra per il momento riconsegnata alla nazione.  
Per fortuna, almeno questa volta, nessuna polemica, tabù o iconoclastia ha impedito la fruizione del sito.  
Giustamente, come sottolinea Claudio Parisi Presicce, sovrintendente capitolino, “È un monumento che appartiene al patrimonio di Roma e dovevamo assolutamente metterlo a disposizione nel modo migliore perché se ne comprendesse il significato storico”. 
Licenza Creative Commons  11 Agosto 2018
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