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Inchiesta Diciotti
 
Inchiesta Diciotti, l’ex Csm Mellini: “Un’azione contro i principi della Repubblica” 
di Ninni Raimondi
 
L’avvocato Mauro Mellini, già componente del Csm ed ex parlamentare del Partito Radicale, in una intervista rilasciata alla testata giornalistica agrigentina fattieavvenimenti ha contestato duramente l’indagine della procura di Agrigento nei confronti del ministro Salvini per il caso della nave Diciotti.  
Il noto avvocato si dichiara distante dalle posizioni politiche di Salvini ma considera in atto un’azione demolitrice dei principi su cui si fonda la Repubblica. 
“Fate bene attenzione – dice Mellini – se qualcuno bussa alla porta della vostra casa e chiede ospitalità e voi non gli spalancate la porta e quello rimane lì e non se ne va, la procura di Agrigento, che non badando molto alla trascurabile questione per la competenza per territorio, potrebbe accusarci di sequestro di persona”. 
 
Il saggista novantunenne sostiene che sia “doppio l’abuso che la Procura di Agrigento ha fatto dei suoi poteri”, “in primo luogo” perchè “è intervenuta a gamba tesa (ma avendo cura di farlo quando la questione dei migranti recuperati in mare dalla nave Diciotti della Guardia Costiera stava per raggiungere una soluzione) in una questione di esercizio dei poteri politici del governo e dei ministri nella quale individuare gli estremi di reato in una presunta e pur eventualmente sussistente erroneità dell’indirizzo politico di tutti o qualcuno dei ministri stessi e di per sé non solo una violazione di un fondamentale principio di separazione e di autonomia dei Poteri dello Stato: è addirittura superfluo sottolineare che l’autorizzazione allo sbarco in territorio italiano di stranieri privi di passaporto benchè salvati in mare, come quelli del caso in questione, è espressione di una scelta politica che, intanto, non può che implicare responsabilità di tutto il governo”. 
Mellini, poi, va giù duro affermando che “a questo si aggiunge il ridicolo della formulazione di una ipotesi di reato di sequestro di persone o di arresti illegali nella condotta di mero rifiuto di far sbarcare in Italia quei migranti.  
Far consistere il sequestro di persone o, a maggior ragione, il loro arresto illegale nel mero rifiuto di accoglierli nel territorio dello Stato e farne carico al ministro responsabile dei servizi di vigilanza degli ingressi nel nostro Paese (e non “si noti” quello da cui dipende la Guardia Costiera ed i comandi delle navi tra cui la Diciotti) ed ipotizzare quindi un sequestro di persone “indiretto” di chi sta sulla nave in attesa di conveniente collocazione, significa o essere pericolosi ignoranti del diritto e spregiatori della razionalità, o pericolosi prevaricatori che del diritto e della razionalità se ne infischiano preoccupati solo di mostrarsi “superiori” ai poteri che spettano al governo e alle massime Istituzioni della Repubblica”. 
 
L’insigne avvocato conclude parlando della contestazione del reato di sequestro a scopo di coazione nei confronti di Salvini. La Procura di Agrigento “ha aggiunto, sempre mettendosi sotto i piedi la competenza per territorio, un ulteriore, fantastica accusa a Salvini, ma, a ben vedere allo Stato Italiano: quella di dover costringere l’Unione Europea ed i suoi organi a subire il ricatto del divieto di sbarco dei migranti.  
È una sfida alla ragione prima ancora che ai principi basilari della costituzione della Repubblica e dello stesso codice penale e di procedura penale”. 
 
Per il noto avvocato romano “è impossibile per tutti i cittadini e se ancora ci sono per tutte le forze politiche di destra o di sinistra, di maggioranza o di opposizione lasciar perdere certe enormità. Ne va di mezzo la credibilità stessa dello Stato e quel tanto che resta di speranza in una giustizia appena degna di questo nome”. 
Licenza Creative Commons  6 Settembre  2018
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