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Esteri: Danimarca, porte chiuse
 
Danimarca, porte chiuse agli immigrati 
di Ninni Raimondi
 
La Danimarca ha deciso di chiudere le porte ai richiedenti asilo, semplicemente perché non è più in grado di accoglierne. Almeno fino a gennaio 2019 i confini danesi resteranno chiusi. “Anche se abbiamo fatto molti progressi nel controllo dei flussi in entrata, dobbiamo comunque affrontare una situazione in cui facciamo fatica a integrare i molti rifugiati arrivati in Danimarca in questi anni”, ha ammesso il ministro per l’Immigrazione e l’Integrazione Inger Stojberg. 
“Nonostante molti rifugiati trovino lavoro, ci sono ancora molti che non riescono a mantenersi, in particolare tra le donne. Quindi ho deciso che nel 2018 la Danimarca non accoglierà più rifugiati”, ha specificato poi il ministro Stojberg. Insomma, anche in una delle nazioni più ricche d’Europa il lavoro c’è ma non per tutti e non è pensabile che si possano ospitare ulteriori immigrati. In base a un accordo siglato tra la Danimarca e l’Unchr (l’agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati), dal 2016 Copenaghen ha accolto circa 500 rifugiati all’anno, ma dallo scorso anno (grazie a una nuova legge danese) spetta al ministro dell’Immigrazione decidere se ospitarne ancora o meno. 
 
Una legge che tra l’altro ha permesso alla nazione scandinava di far scendere progressivamente il numero delle richieste: se le domande di asilo lo scorso anno erano state 3500, quest’anno se ne sono registrate (al primo ottobre) 2600.  
D’altronde la chiusura è ulteriormente giustificata dalla situazione esplosiva che la Danimarca vive da qualche anno, con interi quartieri delle città a maggioranza immigrata e con un forte tasso di criminalità.  
Nel 2017 il ministero delle Infrastrutture danese ha rivelato che vi sono almeno 25 zone ghettizzate, in cui la polizia spesso non riesce ad accedere.  
E non è un caso che nei primi sette mesi del 2017 si sono registrate più sparatorie tra bande rivali di immigrati che in tutto il 2016. 
Licenza Creative Commons  5 Ottobre 2018
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