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Un calcio al boldrinismo
 
Un calcio al boldrinismo. Montecitorio abolisce “ministra” e “presidenta” 
di Ninni Raimondi
 
Boldrinismo linguistico: a mai più.  
Con l’iniziativa di un gruppo di deputate leghiste scompaiono “ministra, presidenta, sottosegretaria”.  
E chi più ne ha, più ne metta.  
Già la Casellati aveva dato un metaforico (ma deciso) calcio al femminismo linguistico targato Boldrini: “Chiamatemi Presidente”, dichiarò ai giornalisti dopo uno spettacolo lirico (con l’orchestra diretta dal figlio Alvise).  
Ora la definitiva estinzione di questa idiozia grammaticale. 
“Non declinare al femminile è sessista!”, tuonava nel 2016 la pasionaria Boldrini.  
Ossessionata da fantomatico sessismo, appunto: esattamente come Narciso lo era di specchi e superfici riflettenti la sua immagine.  
Tant’è che molti soldi vennero spesi per modificare diciture su siti, carte intestate e badge: ovviamente sborsati non dalle tasche delle ex “Presidenta”. 
 
Montecitorio, almeno, si può dire “liberato” dall’isterismo femminista cominciato due anni fa: anche sul sito del governo le parole “ministra” e “sottosegretaria” sono state abolite per tutte le donne componenti dell’esecutivo.  
Le incallite sostenitrici delle quote rosa, storceranno il naso.  
 
Intanto, la lingua italiana, può finalmente tirare un sospiro di sollievo: “Presidenta”, ormai,  non esiste proprio più. 
Licenza Creative Commons  5 Ottobre  2018
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