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Desirée stuprata e uccisa
 
Desiree, stuprata e uccisa in uno stabile occupato dai centri sociali 
di Ninni Raimondi
 
La Procura di Roma ha aperto un fascicolo per violenza sessuale e omicidio riguardo alla morte di Desiree Mariottini, la studentessa sedicenne di Cisterna di Latina. Ad ammazzarla il branco, all’interno di uno stabile occupato in via dei Lucani, al quartiere San Lorenzo di Roma. Uno dei quartieri dove il degrado che segue le occupazioni abusive da parte dei centri sociali, che danno alloggio a delinquenti, stupratori, spacciatori e immigrati, lancia segnali più che allarmanti. 
Il corpo della giovane è stato ritrovato sabato notte in uno di questi stabili abbandonati, diventati dormitorio e covo di spacciatori. E anche Desiree è stata considerata una tossicodipendente e una senza fissa dimora da chi ha allertato i soccorsi alle tre di notte dopo aver visto il suo corpo esanime. Invece Desiree pare si fosse avventurata in via dei Lucani per recuperare il tablet che le era stato rubato qualche giorno prima. Alla mamma aveva detto che avrebbe dormito da un’amica. A San Lorenzo ha trovato la morte, dopo un’assurda orrenda violenza sessuale di gruppo, perpetrata sul suo giovane corpo da un branco di immigrati. L’autopsia ha confermato la presenza di sostanza stupefacenti e i segni di uno stupro sul corpo della giovane. In più, ad avvalorare la tesi la testimonianza di un senegalese che si è recato alla polizia e ha raccontato di aver visto Desiree moribonda, nello stabile in cui c’erano oltre alla ragazza sette persone, tutti africani e arabi. “L’hanno drogata e violentata – ha dichiarato – Una ragazza urlava. Ho guardato quella che urlava e c’era un’altra ragazza a letto: le avevano messo una coperta fino alla testa, ma si vedeva la testa. Non lo so se respirava ma sembrava già morta, perché l’altra ragazza urlava e diceva che era morta”. 
 
Questa è la testimonianza chiave, attorno a cui stanno ruotando le indagini.  
Gli investigatori stanno ascoltando diverse persone nel quartiere che è zona di universitari e di notte si trasforma in luogo di movida, ma anche di alcol e spaccio.  
L’edificio è stato posto sotto sequestro.  
Ma in via dei Lucani lo stabile dove ha trovato la morte Desiree è solo uno dei luoghi che i centri sociali hanno occupato e trasformato in un covo di illegalità, totalmente in mano a immigrati e spacciatori senza scrupoli. La gente ha paura a uscire di casa, in una zona dove fino ai primi anni 2000 fiorivano botteghe artigiane e che secondo la giunta Marino avrebbe dovuto essere oggetto di una riqualificazione urbanistica. Poi il nulla, a cui è seguito il degrado. 
 
Una fine, quella di Desiree, che non può lasciare indifferenti e che solleva il problema legato alla gestione delle occupazioni, che in oltre 100 casi a Roma è appannaggio dei centri sociali.  
Il segretario di CasaPound Simone Di Stefano lo ha sottolineato, sferrando un attacco ai grandi media che hanno alimentato la fake news relativa al presunto sgombero dello stabile di via Napoleone III: “Questo è quello che succede (ieri) nelle oltre 100 occupazioni gestite dai centri sociali.  
Ma il problema è un palazzo dove vivono solo famiglie italiane, dove non è mai successo nulla in 14 anni e dove POTETE MANGIARE PER TERRA per la pulizia. Buffoni!”. 
Licenza Creative Commons  24 Ottobre 2018
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