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Di male in peggio, in casa Pd. La corsa alla segreteria getta i dem nel caos più totale. E il partito continua a perdere pezzi.
“Per quanto mi riguarda la mozione Martina è finita. Può andare a cagare domattina. Ho cancellato le iniziative, io non ci vado in Toscana a dire votate Maurizio Martina, anzi vi invito a farvi i c… vostri“. Lo sfogo, in una nota vocale inviata ai suoi collaboratori, è del senatore del Pd, Matteo Richetti, numero due della lista che candida Maurizio Martina alla segreteria del partito.
La mozione dell’ex ministro dell’Agricoltura dopo le votazione dei circoli – quindi degli iscritti – di gennaio, ha ricevuto quasi 68 mila voti, piazzandosi al secondo posto col 35,1% dietro a quella di Nicola Zingaretti, primo (e favorito alla segreteria) col 47,3% delle preferenze.
Pur precisando che si è trattato di uno “sfogo privato“, Richetti ha confermato pubblicamente quanto sostenuto nell’audio Whatsapp parlando di “filiere di comando imposte da Lotti e Faraone” e ribadendo che “non si può ripartire da De Luca” al quale “sono state appaltate le liste, compresa la presenza del ‘frittura’”. Un chiaro riferimento al governatore campano.
Il suo sfogo inviato in chat è diretto e parla di “logiche di affarismo e clientela” interne alla mozione. “Ci sono territori in cui siamo stati cancellati, umiliati”, spiega Richetti. Che poi si domanda: “Ha senso che io dica, a livello nazionale, che molliamo Martina perché non ci ha dato i posti? Che il gruppo più attivo della politica italiana dica ‘ce ne andiamo per i posti’ è una cosa avvilente, che ci riduce a mercenari della politica“.
Richetti poi si augura che “dove hanno voluto fare i fenomeni spero che le cose gli vadano pure male. Così imparano a comportarsi così“. Poi la bordata contro Martina: “Non ci aspettavamo niente di più da chi fa politica con le logiche di affarismo e clientela”.
“A me – ha poi spiegato all’Ansa – dei posti non interessa ma da un anno e mezzo lavoro all’aggregazione di giovani ragazzi alla politica per portare innovazione vera”. Poi però Richetti ha ribadito di “voler restare al fianco di Martina“.
“Quella era una tensione di qualche giorno fa, ma che ormai è stata superata dai fatti. Ieri pomeriggio eravamo a Roma con Matteo Richetti, con Graziano Delrio e Carlo Calenda per un’iniziativa, assieme a migliaia di persone”, ha poi affermato il diretto interessato, l’ex segretario Martina, cercando anche lui di gettare acqua sul fuoco.
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