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Protesta anti-Salvini in sacco a
Protesta anti-Salvini in sacco a pelo: sinistra al caviale diventa “clochard per una notte” 
di Ninni Raimondi
 
Ci sono due avvocati e una professoressa, di notte, coi sacchi a pelo, in piazza della Scala a Milano. Come continua la barzelletta? Come finisce? Ma no – dai – fa già abbastanza ridere così. I tre saccopelisti per caso, sotto il cielo di un piuttosto mite febbraio milanese, sono tre consiglieri del Pd: Alessandro Giungi, Simonetta D’Amico e Diana De Marchi. Due notti fa si sono fatti immortalare, sorridenti, nella scena di apprestarsi a pernottare all’addiaccio davanti a Palazzo Marino, sede del Comune. Un gesto forte, nelle loro intenzioni, un atto politico dall’alto valore morale e civile. 
 
Saccopelisti per una notte 
Si trattava di contestare il recente decreto sicurezza, la cosiddetta Legge Salvini, che sancisce una stretta sull’immigrazione clandestina, escludendo, tra le altre cose, che il permesso di soggiorno per richiesta d’asilo possa costituire un documento valido al fine di formalizzare la domanda d’iscrizione all’anagrafe. “È una notte un po’ speciale – commentano gli esponenti dem – pensando a chi è stato messo in mezzo a una strada da una legge ingiusta che produce insicurezza e lascia persone, regolarmente presenti in Italia, senza residenza condannandole alla marginalità. Vogliamo – sottolineano con giusto un filo di presunzione – che la protesta contro il governo sia plateale, visibile”. Ammettiamo di non aver verificato se il dinamico trio democratico abbia effettivamente trascorso l’intera nottata sulle panchine di Piazza della Scala, ma di certo sappiamo che, conclusa l’impegnata scenetta, i piddini sono tornati alla loro borghesissima esistenza quotidiana, così tipica della nostra gauche, a Milano più visibile che altrove. 
 
La “dolce vita” della gauche milanese 
Già, perché basta “pesare” i profili di questi simpatici “senzatetto per una notte” per renderci conto di chi stiamo parlando. Giungi è un penalista, ben inserito nell’ambiente forense quanto nella ricca macchina della cosiddetta accoglienza. Vanta il titolo di avvocato anche Simonetta D’Amico, socia dell’Adgi (Associazione Donne Giuriste Italia). La consigliera De Marchi, invece, è una docente molto apprezzata dai salotti buoni, che ha conseguito un Master all’università Ca’ Foscari in “Italiano per stranieri”. Quest’ultima è particolarmente nota per il suo frenetico attivismo femminista, con una spiccata propensione all’educazione e rieducazione delle plebi retrograde. In passato ha partecipato a PoLiTe, progetto promosso dal ministero Pari Opportunità e dall’Associazione Italiana Editori, per incoraggiare l’introduzione della “prospettiva di genere” nei libri di testo. Meglio indottrinarli da piccoli, si sa. 
La gag dei sacchi a pelo dei tre artisti di strada della democrazia li farà, dunque, additare da molti come radical chic. La definizione è sicuramente adatta. Ma, per favore, non odiateli, onore eccessivo. Una risata li seppellirà, come dicevano loro in un’epoca in cui erano già ben avviati sulla strada del conformismo tracotante. 
Licenza Creative Commons  21 Febbraio 2019
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