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Crollo in Sardegna, adesso i dis
Crollo in Sardegna, adesso i dissidenti M5S chiedono la testa di Di Maio 
di Ninni Raimondi
 
Il crollo del Movimento 5 Stelle alle Regionali in Sardegna è occasione ghiotta per i dissidenti pentastellati per chiedere a gran voce un cambio al vertice. 
E’ il caso della senatrice Paola Nugnes che afferma: “La leadership di Luigi Di Maio certamente va rimessa in discussione“. 
La “frondista” poi aggiunge: “Non credo che una riorganizzazione calata dall’alto sia la soluzione. Ci vuole una riflessione collettiva che porti ad una discussione profonda con proposte da valutare tutti insieme”. 
 
Di Maio: “Novità in arrivo” 
Da parte sua il capo politico del M5S Di Maio annuncia novità in arrivo: “Andremo avanti con la riorganizzazione e tra domani e dopodomani ci saranno novità importanti per il Movimento“. 
E precisa: “Questa riorganizzazione non è una cosa per il M5S: servirà agli italiani perche noi siamo al governo ed abbiamo decine di istanze che arrivano dal territorio nazionale. La riorganizzazione ci aiuterà ad essere più capillari a rispondere alle esigenze dei cittadini”. Tra le proposte al vaglio anche l’apertura alle liste civiche. 
Di Maio però avverte: “Bisognerà iniziare in maniera sperimentale. La cosa importante è che se ne discuta prima di tutto con i nostri iscritti“. Un chiaro riferimento al referendum in preparazione sulla piattaforma Rousseau. 
 
Comunque, il vicepremier cerca di sminuire la débacle sarda: “E’ inutile che si confronti il dato delle amministrative con le politiche: noi a livello amministrativo abbiamo sempre avuto risultati diversi da quello nazionale ed anche il questo caso la Sardegna non fa eccezione. Se si guarda agli altri partiti il M5s è in linea con tutte le altre forze politiche”. 
Conte: “Esito voto non avrà ripercussioni su governo” 
Intanto da Sharm el Sheik, in Egitto, a margine del vertice Ue-Lega Araba, il premier Giuseppe Conte rassicura che l’esito del voto non avrà ripercussioni sul governo: “Non mi pronuncio sulle valutazioni politiche” del voto in Sardegna, “ma non dobbiamo enfatizzare il ruolo di elezioni regionali: sono importanti per la Sardegna e offriranno degli spunti agli eletti ma sicuramente non ritengo che dagli esiti possano derivare conseguenze sul governo nazionale”. 
E ribadisce che il governo reggerà: “Ci saranno molti vertici, perché abbiamo alcune questioni da risolvere. Il governo deve andare avanti“. 
 
Giorgetti: “Avanti per la nostra strada” 
Da Londra, invece, il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Giancarlo Giorgetti commenta lo scarto fra il risultato della Lega e quello del M5S: “Noi andiamo avanti per la nostra strada, gli elettori ci premiano, se altri hanno qualche problema è giusto che decidano loro come risolverlo“. 
E l’esponente leghista aggiunge: “La linea resta tracciata: andiamo avanti con tranquillità, serenità e serietà nell’azione di governo”. 
 
I 5 Stelle filo-governo si difendono 
Ma il sottosegretario M5S agli Esteri Manlio Di Stefano rivendica: “Noi non siamo morenti come dicono”. E aggiunge: “Certamente paghiamo il percorso che facciamo a livello locale e quindi è giusto ragionare su come cambiare. Detto ciò, 1.320 candidati contro 60 sono una presa in giro. Aggiungo che se vanti la Lega in Abruzzo e attacchi noi in Sardegna vuol dire che strumentalizzi i dati“. 
Infine arriva anche la replica – via twitter – alla Nugnes di un altro pentastellato, Sergio Battelli: “Leggo che la collega #Nugnes vorrebbe mettere in discussione la leadership di Luigi #DiMaio dopo le Elezioni regionali Sardegna. Un consiglio: affronti e sfati la profezia di Fassino: si candidi lei per guidare il M5S. Non abbiamo bisogno di picconatori ma divisione e proposte”. 
 
Certo è che così come Di Maio è stato messo a capo del M5S in nome di un’analisi di mercato e non per meriti politici, per la stessa ragione Beppe Grillo e Davide Casaleggio, ossia i “tenutari” del partito, potrebbero congedarlo. 
Licenza Creative Commons  27 Febbraio 2019
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