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Konrad Lorenz: il padre dell’eto
Konrad Lorenz: il padre dell’etologia censurato perché aderì al Terzo Reich 
di Ninni Raimondi
 
Esattamente 30 anni fa, il 27 febbraio 1989, moriva a Vienna Konrad Lorenz, il padre della moderna etologia, ossia lo studio del comportamento (sia umano, sia animale).  
I suoi studi rivoluzionari di zoologia gli valsero, tra le altre cose, il premio Nobel per la medicina nel 1973. Ma, oltre all’attività scientifica, Lorenz pubblicò anche libri di carattere divulgativo che lo resero famoso anche presso un più ampio pubblico, come ad esempio L’anello di Re Salomone. Scienziato di caratura mondiale, durante la sua carriera lo zoologo austriaco fece ovviamente incetta di titoli e onorificenze. Tra queste vi era anche il dottorato honoris causa conferitogli dall’Università di Salisburgo. Un titolo che l’ateneo gli ha però revocato nel 2015 a causa della sua trascorsa militanza nazionalsocialista, scatenando così un vespaio di polemiche che, dalla comunità scientifica, hanno investito anche l’opinione pubblica. 
 
"Lo scienziato era nazista!" 
In effetti, Konrad Lorenz aderì negli anni Trenta al nazionalsocialismo, ottenendo nel 1938 la tessera della Nsdap poche settimane dopo l’Anschluss, ossia l’annessione dell’Austria al Terzo Reich.  
Tra le cariche ricoperte sino all’internamento in un campo di prigionia sovietico, spicca in particolare quella di collaboratore del Rassenpolitisches Amt, l’Ufficio per la politica razziale del Partito nazionalsocialista.  
Una militanza che, già nel 1973, fu evocata dal "cacciatore di nazisti" Simon Wiesenthal, il quale tentò, invano, di impedire il conferimento del Nobel allo zoologo austriaco.  
Ma se al tempo le ragioni della scienza potevano ancora prevalere su quelle dell’ideologia, il clima degli ultimi anni, paradossalmente più forcaiolo, ha invece portato alla scomunica e al ritiro del dottorato salisburghese. 
 
Il re (buonista) è nudo 
Ad ogni modo, l’adesione di Konrad Lorenz al Terzo Reich sembra più che altro un pretesto.  
Quello che veramente disturba i suoi censori è che il padre dell’etologia, con i suoi studi, ha di fatto frantumato uno dei dogmi del pensiero globalista e politicamente corretto: il mito del buon selvaggio.  
Lorenz ha infatti dimostrato che anche l’uomo – non molto diversamente dagli animali – risponde agli istinti innati di aggressività, territorialità e gerarchia.  
L’essere umano, quando nasce, non è affatto una tabula rasa che può essere riscritta a piacimento dai paladini dell’ingegneria sociale di sinistra.  
Per quanto questi istinti possano essere disciplinati e indirizzati, non possono però essere eliminati. 
 
Multiculturalismo addio 
Una delle conseguenze degli studi di Lorenz, inoltre, è che un’immigrazione di massa non può che causare conflitti tra autoctoni e allogeni.  
Non si tratta dunque di "xenofobia" o di "parlare alla pancia del Paese", bensì di conflitti (fisiologici) per la spartizione del territorio e per l’accesso alle risorse (limitate).  
Il discepolo più dotato di Lorenz, l’etologo austriaco Irenäus Eibl-Eibesfeldt (1928-2018), già negli anni Novanta scrisse:  
"Se alla diversità culturale e religiosa sommiamo quella dei caratteri fisico-antropologici, l’integrazione può diventare difficile, soprattutto se gli immigrati arrivano a ondate in un periodo relativamente breve e hanno dunque la possibilità di formare comunità sempre più vaste unendosi ai connazionali già presenti.  
Queste comunità finiscono allora per autoemarginarsi dalla popolazione che le ospita, la quale, a sua volta, le emargina.  
Un’etnia che conceda l’immigrazione a un’altra non disponibile a integrarsi e presente con un grande numero di individui, cede la propria terra e in più limita le proprie possibilità di successo riproduttivo, perché il carico umano che un territorio può sostenere non è illimitato".  
 
Con buona pace di immigrazionisti e strilloni del multiculturalismo. 
Licenza Creative Commons  28 Febbraio 2019
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