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Un solo passaggio sull’ultradestra e l’allarme razzismo in Italia, tra l’altro senza troppi riferimenti oggettivi.
Molto di più sull’attività dell’estrema sinistra, della mafia nigeriana e dei fondamentalisti islamici.
Ma per i media mainstream bisogna sempre puntare sul pericolo xenofobia, anche quando la relazione dei servizi segreti al Parlamento è focalizzata su altri ambiti.
Mafia nigeriana la più dinamica e strutturata
Parlare di mafia nigeriana non è roba da “complottisti” sovranisti, ma di una minaccia concreta per la nostra società.
“Nel panorama delle mafie straniere operanti in territorio nazionale”, si legge nella relazione del Dis, “le più dinamiche e strutturate si confermano le formazioni nigeriane, attive in un’ampia gamma di settori dell’illecito quali il narcotraffico, lo sfruttamento della prostituzione e il traffico di esseri umani, che vale anche ad assicurare presa ed influenza sulla diaspora”.
Insomma un pericolo concreto legato direttamente all’immigrazione.
L’estrema sinistra punta sugli stranieri
In difficoltà per il mancato ricambio generazionale e per la “parcellizzazione delle lotte”, l’estrema sinistra da anni punta sull’arruolamento della popolazione straniera.
Anche qui non si tratta di becera propaganda populista, ma di una realtà.
“L’eterogenea galassia dell’antagonismo si e` distinta soprattutto per il tentativo di superare una persistente tendenza alla “parcellizzazione delle lotte”, cosi` da dare maggiore compattezza al fronte della contestazione.
In tale quadro, ha assunto specifico rilievo strategico, nelle progettualità antagoniste, il coinvolgimento nelle mobilitazioni della popolazione straniera, ritenuta, in particolare dai segmenti più oltranzisti, un bacino di reclutamento “capace di produrre conflitto”.
Insomma gli stranieri sono più disposti al conflitto, più “cazzuti” secondo i compagni.
Da non sottovalutare anche la minaccia anarchica, come testimoniano i continui attentati alle sedi di partito “nemiche”, come Lega e CasaPound.
“Sul versante dell’eversione interna, l’attività informativa si e` focalizzata in via prioritaria sull’anarco-insurrezionalismo, confermatosi come l’espressione più insidiosa, capace di tradurre in chiave offensiva gli appelli istigatori della propaganda d’area, di cui le risultanze informative hanno evidenziato una tendenza crescente alla radicalizzazione.
Ciò soprattutto attraverso la diffusione di documentazione riportante dati circostanziati sugli obiettivi da colpire, coniugata a tentativi di favorire convergenze tattiche tra le diverse visioni dell’agire anarchico”.
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