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Da Christchurch all’Isis
Da Christchurch all’Isis, nel conflitto tra i popoli vincono sempre i globalisti 
di Ninni Raimondi
 
A chi giova il conflitto tra i popoli?  
Dopo che l’Isis e gli altri gruppi terroristici, sostenuti da alcuni paesi occidentali e dai loro alleati in Medioriente, sono stati praticamente sconfitti grazie all’esercito siriano e ai suoi alleati, molti dei loro affiliati stanno tornando in Europa.  
Nel frattempo un evento terribile scuote il mondo: un individuo (con forse alcuni complici) entra in due moschee a Christchurch in Nuova Zelanda, e spara sui fedeli. Breton Tarrant, questo il nome del principale responsabile della strage, filma l’attacco in diretta, nel video si può vedere come dopo aver aperto il fuoco sulle persone, torna indietro più volte e spara sulla gente accasciata (forse qualcuno per salvarsi fingeva di essere morto). Sono scene terribili, non vi è alcun dubbio al riguardo, ed è un atto da condannare. 
 
Per la sinistra è “colpa dei sovranisti” 
Tuttavia è necessaria lucidità nell’analisi degli eventi, soprattutto in considerazione dei messaggi, già giunti da alcuni gruppi legati all’Isis, come riportato dal sito SITE, che promettono vendetta.  
L’attentatore è chiaramente un individuo ben consapevole di quanto stava facendo, maneggiava le armi con abilità e freddezza; riesce anche difficile credere che abbia fatto tutto da solo, e indagando su alcuni siti si scoprono dettagli interessanti sulla sua vita, tra cui si parla di viaggi in Medioriente.  
Tuttavia è vitale comprendere le strumentalizzazioni della pseudo-sinistra globalista e della destra pseudo-sovranista riguardo a questo ed eventi simili. 
La stampa nazionale e internazionale ha riportato la notizia, ma in particolare la reazione della stampa italiana e la presa di posizione di alcuni sedicenti esperti o politici è stata imbarazzante allorché si è parlato di Tarrant come appartenente all’“album di famiglia dei sovranisti”, dell’evento come “avanguardia armata sovranista”, addirittura qualcuno parla di “strage sovranista”. 
 
I benefici per il sistema mondialista 
Ovviamente questo non può che aumentare il rancore in chi non è in grado di inquadrare bene la situazione, quindi può essere d’aiuto chiedersi: cui prodest un conflitto tra i popoli? Chi beneficia dell’ostilità tra individui che provengono da culture e/o religioni diverse?  
Per un osservatore acuto, la risposta è chiara: il sistema mondialista e globalista è quello che beneficerà di questo tipo di conflitti, sia perché in questo mondo può imporre un controllo maggiore sugli individui, sia perché gli individui saranno troppo occupati a cercare l’origine dei propri problemi in coloro che sono essi stessi vittime di questo sistema capitalista. 
È inoltre interessante notare come paesi promotori della globalizzazione e del mondialismo, tra cui Gran Bretagna e Canada, stiano elaborando leggi contro l’islamofobia.  
Tuttavia, analizzando la questione con attenzione, si può ben comprendere come queste verranno utilizzate per difendere i loro alleati in Medioriente (wahabiti e gruppi terroristi), e quindi sarà una caccia alle streghe: chi denuncia i crimini sauditi e wahabiti, sarà tacciato di islamofobia come chi oggi denuncia i crimini sionisti viene accusato di antisemitismo. 
Licenza Creative Commons  30 Marzo 2019
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