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Le “casuali” nozze tra donne del
Le “casuali” nozze tra donne della Marina e la morale del pensiero unico 
di Ninni Raimondi
 
L’opposizione al conservatorismo espresso dal Congresso mondiale delle famiglie è rappresentato dall’unione civile di due donne membre della Marina Militare italiana, evento tenutosi il giorno di chiusura dell’evento veronese.  
Sa di ripicca tipica di chi, messo spalle al muro dagli eventi, non sa più come difendersi dall’offensiva del nemico, che in questo caso è rappresentato dal popolo consapevole delle diversità che ci caratterizzano e che di conseguenza non invoca diritti a casaccio. Mantra, questo, ripetuto con ossessione dal mondo patinato della sinistra progressista alla disperata ricerca di un nuovo proletariato da difendere, di nuove vittime da tutelare, di originali battaglie da combattere. 
 
Quale libertà
E così si staglia all’orizzonte l’evento mondano e per niente spirituale, anzi forse prettamente politico, di due donne militari che si uniscono civilmente sbandierando il fatto come la conquista di una nuova America. Sulla dimensione privata vengono calate le vesti dell’interesse pubblico, morbosamente spiattellato sulle prime pagine dei giornaloni in auge, quelli che dall’alto della propria cattedra morale possono permettersi di impartire ordini e direttive su ciò che la società dovrebbe seguire, sul divenire storico cui tutti noi dovremmo inchinarci. La differenza fondamentale tra i due eventi, ossia tra il Congresso e il cabaret di quart’ordine con le due militari, ma potremmo dire tra il Congresso e tutte le iniziative di boicottaggio dell’evento veronese, si rinviene nella volontà della seconda di dettare una linea generale di condotta obbligatoria per tutti e a cui tutti debbono prostrarsi. 
Si tratta dell’assenza di libertà di pensiero, peculiarità invece presente al Congresso della famiglia ove, partendo da dati oggettivi come l’articolo 29 della Costituzione, taluni hanno espresso modeste proposte per affrontare una delle questioni più spinose di oggi, ossia la denatalità. Le Cirinnà, le Boldrini e segnatamente le due militari unite civilmente han fatto tutto il baccano di cui abbiamo letto (tra cui figura un corteo durante il quale centinaia di donne, a squarcia gola, han finto di avere un orgasmo) col sol fine di oscurare l’evento cattolico veronese, se non addirittura di annichilire le personalità pubbliche che avevano garantito la propria aderenza. L’idea balorda che ad ogni iniziativa di “quelli che vivono nel Medioevo” debba seguirne una di coloro che invece vivono il roseo mondo di Elton John e Nichi Vendola, conferma l’incapacità di questi ultimi di accettare il pluralismo delle idee e il confronto alla pari. 
 
La moralina dei “civili” 
È stato un crescendo di diffamazioni d’ogni tipo cui non si è sottratta la nostra cara tv, dando libero sfogo alle interpretazioni più false e grottesche di conduttori e opinionisti da strapazzo, senza garantire il giusto contraddittorio a coloro che venivano tirati in causa ogni santo giorno. L’evento dell’unione civile in sé, oltretutto, simboleggia la volontà di creare uno spartiacque tra coloro che si autodefiniscono civili e coloro che invece meritano le etichette più turpi. Eccoci qua, berciano, con le nostre due donne oltretutto militari (come se con questo gesto avessero sfondato la porta di un contesto prettamente maschile) che si sposano: questa è l’avanguardia, questa è la civiltà, e la vostra combriccola di conservatori bigotti la spazziamo via col nostro inno all’amore universale. 
E veniamo alla parte della politica. Il cialtronismo a cinque stelle ha nuovamente dato il meglio di sé grazie alla performance di Di Maio che definì il Congresso delle famiglie “degli sfigati di destra”, e del ministro, ops della ministra Trenta che ha benedetto l’unione delle due militari definendola “una importante rivoluzione culturale”. Insomma, non che da questo partito si possano attendere reazioni composte all’insegna del buon gusto e quindi sciocchi noi ad aspettarci ciò che non ci è mai stato dato. Però c’è un però, ossia che la misura è colma perché delle ramanzine del vicepremier pentastellato ci siamo abbondantemente annoiati. 
 
D’altronde venne concordato che il ministero della famiglia sarebbe toccano ai leghisti, dunque la polemichetta del leader M5S è insensata oltreché pretestuosa.  
E siamo pronti a scommettere che se invece di due novelle spose vi fossero stati un uomo e una donna, magari incamminati verso l’altare di una chiesa, il ministro della difesa non avrebbe proferito parola.  
 
Ed è probabile che il Movimento 5 stelle, con questa serie di trovate, si stia riposizionando nell’area ideologica d’appartenenza, per la felicità di Fico e Di Battista. 
Licenza Creative Commons  3 Aprile  2019
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