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“Spending review e tax expenditu
“Spending review e tax expenditures”: ecco la supercazzola di Conte 
di Ninni Raimondi
 
Mentre montano le critiche al Documento di economia e finanza, approvato ieri, soprattutto sul fronte della crescita (per non parlare della Flat tax, soltanto annunciata), il premier Giuseppe Conte deve arrampicarsi sugli specchi per sedare gli animi: “Per evitare l’aumento dell’Iva, il governo punterà su spending review e tax expenditures“. E’ la “supercazzola” sparata dal presidente del Consiglio a margine della Festa della polizia, a Roma. In effetti, suona molto come “fuffa” demagogica – l’esperienza insegna – che per fare cassa sia sufficiente tagliare la spesa pubblica. Così come, sul fronte fiscale, al di là dei termini inglesi che fanno scena, le esenzioni e agevolazioni riguardano comunque chi ha soldi da investire. Da sole non rilanciano l’economia. A chi gli chiede se il Def è deludente, Conte risponde: “Se posso esprimere una opinione personale, è uno strumento che in questo momento dell’anno è anche prematuro fare. Però siamo costretti a farlo“, ha spiegato. Poi il premier ha provato a rassicurare tutti: “Nel Cdm di ieri sul Def non c’è stato nessun litigio, nessun diverbio”, ha ribadito il premier. “Come al solito ci fate sempre litigare, è stata una tranquillissima riunione sul quadro di finanza pubblica, riteniamo che sia l’impostazione più corretta”. 
 
Confindustria: “Def bagno di realismo del governo” 
L’approvazione del Def è “un bagno di realismo del governo, in particolare sul 2019“. A sostenerlo è il presidente di Confindustria, Vincenzo Boccia, secondo il quale “ora è evidente che lo stesso governo prevede un incremento della crescita dati lo sblocca-cantieri e il decreto crescita”. Per Boccia, il quale spera “che questi due provvedimenti siano all’altezza”, “un’operazione verità è determinante per il Paese e per il governo stesso“. E a chi gli domanda cosa consiglierebbe al governo di rinunciare, Quota 100 o Reddito di cittadinanza per recuperare risorse, Boccia ha aggiunto: “E’ inutile fare polemiche su questa cosa. Abbiamo avuto un primo anno di contratto di governo, siamo stati critici perché abbiamo detto che occorre un intervento organico di politica economica. Adesso occorre guardare avanti più che a rinunciare a cose che sono i fondamentali del contratto di governo che dal punto di visita realistico sono improponibili“. “Il punto – ha continuato – è usare le risorse stanziate per sbloccare immediatamente cantieri che significa non fare ricorso al deficit e aumentare la competitività delle imprese con un’attenzione al mondo dei produttori, cioè imprese e lavoratori che sono assi a cui il governo deve fare grande attenzione e recuperare sensibilità. Il fatto che questo governo prenda atto del realismo dei dati e cominci a capire che le due cose vanno insieme, contratto di governo e crescita, mi sembra un segnale positivo poi da qui a cosa emerge con questi decreti è ancora da definire“, ha ribadito Boccia. “La Flat tax in linea teorica mi piace ma c’è un nodo risorse“, ha commentato Boccia parlando della misura targata Lega. “Abbiamo una manovra finanziaria di fine anno che impatta per circa 23 miliardi sulle cosiddette clausole di salvaguardia e Iva – ha aggiunto Boccia- occorre capire dove le risorse si prendono”. “Ovviamente una riforma fiscale complessiva vale la pena farla per il Paese ma con i due assi imprese e lavoratori” ha concluso Boccia, ricordando che questi sono i due assi “a cui il governo deve fare grande attenzione e recuperare sensibilità”. 
 
Sindacati all’attacco 
All’attacco invece i sindacati, con la Uil che chiede un incontro urgente al governo.  
“Se si vorrà evitare che i sindacati arrivino ad un eccesso di mobilitazione e ulteriori danni al Paese, il governo ci deve convocare per un confronto”, annunciia il leader Uil Carmelo Barbagallo in merito allo sciopero generale, proclamato per il 17 maggio. Il confronto con il governo d’altra parte, prosegue, “è stato fin qui deludente”. A maggior ragione sul Def affrontato ieri dall’esecutivo e per il quale “girano ancora troppe bozze incomprensibili”. Per questo serve un confronto: “Tasse piatte, tasse a spigolo… ma cosa c’è scritto che per chi ha un reddito di 25mila euro non ci saranno detrazioni? E anche questo un aumento di tasse. Vogliamo quindi che il governo ci convochi per discutere seriamente di una diminuzione di tasse ai lavoratori e di un dimezzamento per i pensionati che pagano le tasse più alte in Europa”, dice ancora. E mette in fila le richieste unitarie che ancora oggi i sindacati formalizzeranno con gli esecutivi unitari: “Servono più risorse per il pubblico impiego, per l’adeguamento delle pensioni e nuove risorse per il rilancio dell’economia e del lavoro”. Un rilancio necessario, conclude, considerato che “sotto il 2 per cento è noto che non si potrà népagare i debiti ne rilanciare l’economia. E siamo davvero stanchi di parlare sempre di prefissi telefonici “. Sulla stella linea la leader Cisl, Annamaria Furlan: “Abbiamo deciso un crescendo di manifestazioni per dire al governo che deve cambiare passo. Sta a lui decidere se farlo o no. Il Def comunque ci appare come una scatola vuota, un pannicello caldo con scelte sbagliate come la Flat tax”. 
 
Le ire dell’opposizione 
Forza Italia lancia i suoi strali contro il governo: “Dietro la maschera dei proclami, il Def contiene numeri che sono una vera e propria autodenuncia da parte del governo: recessione conclamata, aumentano deficit (al 2,4%) e debito (verso il 135%), aumentano pressione fiscale, spesa per interessi e disoccupazione, le privatizzazioni da 18 miliardi non pervenute. Sparite le due aliquote della flat tax, slittano ancora il decreto sui rimborsi ai risparmiatori truffati, lo sblocca-cantieri e quello per la crescita. Se si taglia l’Irpef deve salire l’Iva”, dice la presidente dei senatori FI Anna Maria Bernini.  
“Quota 100 e reddito di cittadinanza – aggiunge -non producono né crescita né occupazione. In autunno servirà una correzione di bilancio di almeno 35 miliardi. Stanno buttando l’Italia giù dal balcone”. Poi il Pd, con il suo presidente Paolo Gentiloni che microfoni di Radio anch’io su Rai Radio 1 attacca: “La flat tax? Sono in imbarazzo a parlare di cose che non esistono. La mia posizione è che avere una tassa unica per i banchieri e per gli insegnanti oltre ad essere poco costituzionale è poco giusto. Stiamo parlando di qualcosa che nel Def non è prevista”. “Non so – ha concluso – se il governo terrà, ma l’economia non sta tenendo. La fotografia è catastrofica. Sono molto preoccupato perché abbiamo crescita zero, più debito, più deficit, più tasse, più disoccupati. Andare avanti così è molto pericoloso”. 
Licenza Creative Commons  12 Aprile 2019
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