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Tangenti, maxi retata a Milano.
Tangenti, maxi retata a Milano. Arrestati esponenti di spicco di Forza Italia 
di Ninni Raimondi
 
Maxi retata in Lombardia e Piemonte, scoperti due gruppi criminali che operavano in un vasto giro di appalti e corruzione, coinvolti anche politici e amministratori locali. I carabinieri di Monza e la Guardia di finanza di Varese stanno eseguendo 43 ordinanze di custodia cautelare, di cui 12 direttamente in carcere, nell’ambito di un’inchiesta coordinata dalla Dda (Direzione distrettuale antimafia) milanese su due gruppi criminali operativi tra Milano e Varese costituiti da esponenti politici, amministratori pubblici e imprenditori, accusati a vario titolo di associazione per delinquere aggravata dall’aver favorito un’associazione di tipo mafioso, corruzione e turbata libertà degli incanti, finalizzati alla spartizione e all’aggiudicazione di appalti pubblici. 
 
Coinvolti esponenti di spicco di Forza Italia 
La retata è un vero e proprio terremoto giudiziario e politico per Forza Italia. Tra le 43 misure cautelari disposte dal giudice Raffaella Mascarino su richiesta della Procura di Milano, ci sono anche il consigliere comunale di Milano Pietro Tatarella, candidato di Forza Italia alle Europee (portato in carcere), il sottosegretario azzurro della Regione Lombardia Fabio Altitonante (delega a Rigenerazione e sviluppo area Expo, anche lui in carcere) e Carmine Gorrasi, consigliere comunale e coordinatore Forza Italia a Busto Arsizio. Per l’ipotesi di finanziamento illecito l’Ufficio Gip del Tribunale domanda alla Camera dei deputati l’autorizzazione all’arresto del parlamentare azzurro Diego Sozzari, punta di Forza Italia a Novara e vicecoordinatore in Piemonte del partito di cui guida anche il dipartimento Infrastrutture. Le accuse sono, a vario titolo, associazione a delinquere e corruzione. C’è anche l’esponente di spicco di Fi a Varese, Gioacchino Caianiello, già condannato in via definitiva nel 2017 per concussione e ora accusato di “istigazione alla corruzione” del presidente della Regione Lombardia, il leghista Attilio Fontana, che però non ha mai denunciato l’episodio e non risulta indagato. Anzi, Fontana è parte lesa. 
 
L’inchiesta 
Sono 95 in totale le persone indagate a vario titolo per associazione per delinquere aggravata dall’aver favorito un’associazione di tipo mafioso, finalizzata a corruzione, finanziamento illecito ai partiti, turbata libertà del procedimento di scelta del contraente, false fatturazioni per operazioni inesistenti, auto riciclaggio e abuso d’ufficio, nell’inchiesta coordinata dal procuratore aggiunto e responsabile della Dda Alessandra Dolci e dai pm Silvia Bonardi, Adriano Scudieri e Luigi Furno. Delle 43 persone destinatarie del provvedimento, firmate dal gip Raffaella Massacrino, 12 sono finite in carcere, 16 ai domiciliari, tre con obbligo di dimora e 12 con obbligo di firma. Di queste solo nove sono accusate di associazione a delinquere. Sono duecentocinquanta i militari, tra carabinieri e finanzieri impegnati dalle prime luce dell’alba nell’esecuzione misure cautelari nelle province di Milano, Varese, Monza e Brianza, Pavia, Novara, Alessandria, Torino e Asti. A capo dell’attività di corrruzione, l’imprenditore Daniele D’Alfonso, in carcere per aver organizzato un’associazione a delinquere finalizzata alla corruzione e alla turbativa degli incanti per potersi aggiudicare appalti pubblici nel settore movimento terra dalle società di servizi di Milano e di Novara in cambio di tangenti a politici e dirigenti dell’amministrazione pubblica.  
 
D’Alfonso non solo elargiva copiose mazzette cash, ma anche viaggi e false consulenze professionali. 
Licenza Creative Commons  10 Maggio 2019
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