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Sale (poco) lo spread
Sale (poco) lo spread. E subito Repubblica e il Pd agitano lo spauracchio 
di Ninni Raimondi
 
Qualcuno dalle parti di Repubblica e affini (in questo caso l’Huffington) a farsi due domande sui reali motivi della vittoria di Salvini ci ha provato. Ma resta forse un caso isolato, visto che dalle parti del Gruppo L’Espresso (ora Gedi) si preferisce parlare di vittoria di Pirro dei populisti in Europa o agitare lo spauracchio preferito dagli anti sovranisti: il caro e vecchio spread. E così accade che a poco più di ventiquattro ore dal trionfo leghista alle elezioni europee, sul quotidiano fondato da Eugenio Scalfari campeggi in prima pagina l’allarme sul differenziale Btp/Bund “schizzato” nelle prime ore di questa mattina vicino a quota 290, 288 per l’esattezza. 
 
Colpa di Salvini 
La colpa manco a dirlo è di Salvini, perché come spiega Repubblica “pesa tra gli investitori il successo elettorale della Lega, sostenitrice di una violazione dei parametri europei, che si prepara a guadagnare maggiore spazio all’interno della maggioranza di governo”. Un passaggio chiave che ci aiuta a comprendere dove andrà a parare la propaganda anti sovranista nelle prossime settimane. E’ la conseguenza immediata delle dichiarazioni di Salvini che, in riferimento al rischio per l’Italia della multa per debito eccessivo, ha detto “spero che non ci sia nessuno in Europa che mandi ‘letterine’”. 
“Il voto di domenica è stato una sfiducia nei confronti dell’Europa fondata sui tagli. Ora, se vogliono, i leader si mettono al tavolo e mettono al centro il lavoro, il tasso di disoccupazione, l’economia reale rispetto allo spread e alla finanza”, parole che ovviamente per i sostenitori dell’establishment europeo suonano come una minaccia. 
 
Il Pd senza se e senza ma a favore dell’austerità 
Tra questi non figura solo Repubblica ma anche il Partito democratico, che pur avendo ottenuto un risultato discreto dalle urne sembra ancora intenzionato a schierarsi senza se e senza ma dalla parte della grande finanza e delle politiche di austerità. “Oggi lo spread è salito fino a 290 punti base. È un anno che a causa delle scelte economiche sbagliate di questo Governo, è rimasto inchiodato su livelli doppi rispetto a quelli di inizio 2018”, è il commento del segretario dem Zingaretti. 
“Il costo totale ha già superato i 17 miliari di euro, un costo che pagheranno tutti gli italiani. Con l’attuale governo, lo Stato italiano ha emesso titoli di Stato, per lo più bot e btp, obbligandosi a pagare 17 miliardi di interessi in più rispetto agli interessi che avremmo pagato con il governo Gentiloni. Un costo enorme per l’Italia“, prosegue Zingaretti. “Tutto questo vuol dire più tasse o meno servizi. Bisogna voltare pagina per recuperare credibilità e fiducia. Dobbiamo far partire una nuova fase di sviluppo coniugando l’equità e la giustizia sociale. Ecco il nostro compito, ora idee e un Piano per l’Italia. Al lavoro per costruire l’alternativa”.  
 
Quale?  
Quella più idonea alle esigenze dei mercati. Manco a dirlo. 
Licenza Creative Commons  29 Maggio 2019
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