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Giorgetti apre ai minibot
Giorgetti apre ai minibot. Ma Confindustria: “Noi stiamo con Draghi” 
di Ninni Raimondi
 
Giorgetti apre ai minibot. Ma Confindustria: “Noi stiamo con Draghi” 
di Ninni Raimondi 
 
È il nuovo fronte dello scontro tra Italia e Unione europea. Stiamo parlando dei minibot, i titoli emessi direttamente dallo Stato per appianare i debiti della pubblica amministrazione verso le imprese creditrici.  
I minibot nascono da un’idea dell’economista della Lega, Claudio Borghi Aquilini, la cui introduzione è passata con una mozione in Parlamento.  
Dopo le critiche piovute sul governo per questa manovra, in particolare dal governatore della Bce Mario Draghi, interviene ora il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Giancarlo Giorgetti: «Tutte le soluzioni nuove sono contestate, non dico che siano la Bibbia, ma sono una proposta per accelerare i pagamenti, una delle possibilità, una delle soluzioni: ma la strada maestra è quella della crescita», ha affermato il braccio destro di Salvini. 
 
Salvini difende i minibot   
Sulla questione Draghi era stato perentorio: i minibot «o sono un’altra moneta e quindi illegali, o sono altro debito».  
L’accusa principale rivolta a questi titoli di Stato, infatti, è che si tratti di una moneta parallela all’euro: una soluzione ovviamente inaccettabile per la Banca centrale europea, l’unica istituzione dell’Eurozona deputata a battere moneta.  
Così Matteo Salvini ha risposto a queste critiche: «I minibot non sono moneta, però qua c’è l’emergenza di pagare i debiti della Pubblica amministrazione nei confronti di famiglie e imprenditori. Sono decine di miliardi di euro che già sono debito dello Stato, quindi in che forma restituirli è tutto da valutare e ci stiamo ragionando». E sull’ipotesi di valuta alternativa, il vicepremier leghista taglia corto: «Le monete alternative le usiamo al Monopoli». 
 
Confindustria a braccetto con Draghi 
Ad ogni modo, il governatore della Bce ha incassato l’appoggio di Confindustria: «Noi non possiamo più realizzare debito pubblico», ha affermato il presidente Vincenzo Boccia, e quindi sui minibot «siamo con Mario Draghi perché significa altro debito pubblico».  
L’unico strumento alternativo sarebbero dunque «investimenti nella logica degli Eurobond da concordare con gli altri Paesi».  
Boccia lancia poi anche un’altra stoccata alle politiche economiche del governo gialloverde: «Abbiamo già detto che lo sforamento del 3% è un errore e la procedura di infrazione non è nell’interesse del Paese».  
Insomma, gli industriali italiani stanno dalla parte dell’Unione europea, e quindi contro l’Italia.  
Non una grande novità, dopotutto. 
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