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Fca-Renault, ripartono le tratta
Fca-Renault, ripartono le trattative. Ecco perchè la vinceranno i francesi 
di Ninni Raimondi
 
Fca e Renault, i due “promesso sposi” il cui matrimonio è saltato ad inizio giugno, ci ripensano.  
E si siederanno presto attorno ad un tavolo a riprendere le trattative per la fusione. 
 
Fca-Renault: un accordo inevitabile? 
Il mondo dell’automobile è ad un bivio. Con un mercato sempre più saturo e nella necessità di dover mettere mano al portafogli per gli investimenti richiesti dalla rivoluzione dell’elettrico che non ha voluto giocare (l’inopinata cessione di Magneti Marelli grida ancora vendetta), Fca si è trovata costretta a dover trovare un partner. 
Renault sembrava la soluzione più adatta: relativamente poche le sovrapposizioni industriali, molte le sinergie.  
Considerando anche l’apporto di Nissan, parliamo di un gruppo capace di vendere 15 milioni di vetture l’anno, dando lavoro ad oltre 650mila persone. Comprensibili le difficoltà nel trovare una quadra tanto più che, quando si tratta di difendere le proprie realtà, da oltralpe non sono soliti fare sconti. Tanto da portare il gruppo italiano ad abbandonare le discussioni. 
 
La Francia rilancia… 
Troppi i temporeggiamenti – l’accusa di Fca – e le non chiare intenzioni dello Stato francese, azionista di maggioranza del gruppo.  
Non che la famiglia Agnelli, socio di riferimento tramite la cassaforte Exor, abbia opposto particolari vincoli alla presenza dell’esecutivo transalpino nel gruppo, così come sembrava disposta a concedere a Parigi la poltrona dell’amministratore delegato, tenendo per sé quella (quasi simbolica) del presidente. 
Dopo il dietrofront da parte italiana, a spingere per riaprire i negoziati è stata però la stessa Renault, il cui ad Jean-Dominique Senard ha messo Emmanuel Macron ed il ministro dell’Industria Bruno Le Maire di fronte ad un aut-aut: o la fusione o niente, nessuna opzione intermedia. Incassato, sia pur a denti stretti, il via libera per continuare, si è così riaperto lo spiraglio chiuso poche settimane fa. 
 
…e sarà il vero dominus dell’operazione 
Nonostante sia stata Fca a far saltare il banco, il peso penderà sempre, inevitabilmente, al di là del Moncenisio.  
Il motivo è presto detto. Nonostante sulla carta si parli di una fusione alla pari, la preponderanza francese è evidente.  
Tanto più considerando l’inconsistenza della nostra politica industriale, con il governo che è riuscito nell’impresa di non esprimere alcun parere compiuto da quando si è cominciato a parlare dell’ipotesi fusione.  
E nulla fa pensare che, dichiarazioni di principio a parte, possa cambiare qualcosa adesso. 
Licenza Creative Commons  18 Giugno 2019
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