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Libia, il governo valuta il rila
Libia, il governo valuta il rilascio di tutti gli immigrati irregolari 
di Ninni Raimondi
 
Il governo di Accordo nazionale libico di Fayez al Serraj “sta valutando la chiusura di tutti i centri di detenzione degli immigrati e del rilascio di tutti i detenuti in Libia, con l’obiettivo di garantire la loro sicurezza”.  
Lo riporto il sito di news The Libya Observer citando il ministro dell’Interno, Fathi Bashagha. Il bombardamento sul centro di detenzione di Tajoura, alle porte di Tripoli, nella notte tra martedì e mercoledì, che ha provocato la morte di almeno 53 persone, tra le quali sei bambini, a cui si aggiungono 130 feriti, secondo il rapporto pubblicato in mattinata dalle Nazioni Unite. Bashagha ha dichiarato che il governo di Accordo nazionale ha il compito di proteggere i civili, ma che colpire i centri di detenzione in cui sono rinchiusi gli immigrati va oltre ogni capacità di offrire protezione. 
 
Una politica che se davvero venisse messa in campo creerebbe non pochi problemi per l’Italia, con un incremento massiccio delle partenze di immigrati irregolari dalle coste libiche. 
 
L’allarme di Forza Italia: “La politica dei porti chiusi non basterebbe più” 
“Sarebbe l’epilogo di una lunga catena di errori, dall’intervento militare per destituire Gheddafi in poi, che rischia di ripercuotersi unicamente sull’Italia”, commenta Anna Maria Bernini, presidente dei senatori di Forza Italia.  
“In questo caso la politica dei porti chiusi non basterebbe più, e il governo – che ha pericolosamente oscillato tra Serraj e Haftar – dovrebbe avere la forza e la capacità di imporre una soluzione europea. La politica italiana avrebbe il dovere di uscire dall’ipocrisia del dibattito di questi mesi: il Pd ha cambiato linea sostenendo che la situazione ora è cambiata, ma i centri di detenzione in realtà erano dei lager anche ai tempi degli accordi sottoscritti da Minniti. L’unica cosa certa è che il Paese non potrebbe sopportare un’altra imponente ondata di flussi migratori, e bisogna quindi uscire dalla logica degli slogan da una parte e della demagogia buonista dall’altra”, conclude Bernini. 
Licenza Creative Commons  5 Luglio 2019
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