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Gip Agrigento
Il Gip di Agrigento non ha applicato i principi enunciati dalla Cassazione 
di Ninni Raimondi
 
Quando il motto dagli anni '70, è 'Lotta continua' contro lo Stato, le forze dell'ordine, l'ordinamento giudiziario, e pugno alzato in segno di 'riconoscimento' (vd Sala e tanti altri come lui), non può sorprendermi un elemento come Delrio che legittimi la violazione della legge. 
Ma se Delrio fosse una persona comune potrei accettarlo e riderci pure sopra. Non riesco ahimè a ridere essendo un rappresentante delle Istituzioni, di uno Stato e delle sue leggi. 
Tenendo conto peraltro di tutta la vicenda della Sea Watch: dal dì del 6 giugno allo sbarco in quel di Lampedusa. 
 
L'emergenza di mettere in salvo le persone, collide con l'arroganza di doverle portare obbligatoriamente in Italia tenendole per 15gg su una nave. 
In 15 gg si arriva a Tripoli, in Tunisia, Malta, in Spagna, in Francia, ad Amburgo in Germania, in Olanda, in Grecia, persino a New York (andata e ritorno). 
Invece la bambina capricciosa ha deciso di prendere di mira l'Italia. 
Di puntare Lampedusa (unico porto sicuro al mondo) senza se e senza ma, pur restando 15gg in mare e come ci dicono in 'emergenza'. 
Se io mi trovassi nelle condizioni di dover trarre in salvo delle persone non mi metterei a controbattere tra le onde del mare facendo capricci su quale porto io voglia rispetto allo stato di 'emergenza' 
Quello che la mocciosa ha fatto a Lampedusa perchè non lo ha fatto a Malta?  
Perchè non si è imposta lì?  
Sempre vista l'emergenza... 
Dal 1996 al 2018 la battaglia della sinistra è consistita nell'abbattere Berlusconi. 
Era accecata da un uomo che su 24 anni, nè ha governati 9 scarsi. 
Ma nei restanti del suo di Governo, ha dimenticato il Paese: assenza di crescita, sviluppo. Un'Italia impoverita come riporta un'inchiesta de L'Espresso. 
Oggi la nuova battaglia è andare contro le regole, contro la Legge, contro lo Stato ed il suo Ordinamento, cosa che mai i rappresentanti delle Istituzioni della Germania, o della Francia, o di altri Paesi si sognerebbero di fare. 
 
L'Italia la si può calpestare, deridere, sbeffeggiare e non perchè gli freghi a qualcuno dei migranti ma perchè occorre distruggere il nuovo nemico che non è l'assenza di una politica di sviluppo, non è la povertà, non è una sanità a pezzi, una scuola alla deriva. 
Il nemico è Salvini solo lui. Come ieri era Berlusconi. 
 
La Sea Watch, attraccata alla fonda, aveva ricevuto, nei giorni precedenti, assistenza medica ed era in continuo contatto con le autorità militari per ogni tipo di assistenza, per cui non si versava in stato di necessità, assolutamente, e non c'era motivo alcuno se non per show, di violare l'alt della Guardia di Finanza, ridicolizzando cosi uno Stato. 
 
Io non ci sto a questa strumentalizzazione. In nome del solo 'Potere'. Del volersi riprendere una poltrona di primo piano in nome del nulla andando persino contro il proprio Stato. 
È un film già visto. Mi dispiace. 
Gradirei piuttosto una bella Marcia silenziosa in quel di Bibbiano, o alla sede del CSM, passando per le Università... chiedendo semplicemente chiarimenti su cosa siano le Istituzioni oggi.  
Perchè quello che vedo mi fa davvero ribrezzo. 
Nell’ordinanza del gip di Agrigento per il caso Sea Watch, è stato trascurato un principio molto importante.   
Mi sembra molto importante per valutare non solo l’erroneità dell’ordinanza, ma soprattutto il pregiudizio ideologico che, a questo punto, è difficile escludere. 
 
La Corte di cassazione dice che in sede di convalida il giudice deve compiere una valutazione diretta a stabilire la sussistenza del fumus commissi delicti (probabilità che il reato sia stato commesso, ndr), allo scopo di stabilire se l’indagato sia stato privato della libertà in presenza della flagranza di uno dei reati previsti dagli artt. 380 e 381 cpp, dovendosi escludere che possa riguardare l’esistenza dei gravi indizi ovvero la responsabilità per il reato contestato, attraverso un’indagine ricostruttiva dell’episodio in tutti i suoi elementi costitutivi, in quanto un tale accertamento è riservato alle successive fasi processuali (sez. 6 n. 8029 dell’11/12/2002, Rv. 223963; sez. 6 n. 21172 del 28/3/2007, Rv. 236672). 
In sostanza il vaglio a cui è tenuto il giudice in questa fase attiene soltanto alla verifica del ragionevole e legittimo uso dei poteri discrezionali della polizia giudiziaria e quindi alla sussistenza, con una valutazione ex ante (per quello che poteva valutare la Gdf al momento della commissione del fatto, ndr) di quelle condizioni che legittimavano la privazione della libertà personale;  
Il controllo sulla legittimità dell’operato della polizia va effettuato sulla base del criterio di ragionevolezza, ovvero dell’uso ragionevole del potere discrezionale riservato alla polizia giudiziaria, e solo quando ravvisi un eccesso o un malgoverno di tale discrezionalità il giudice può negare la convalida, fornendo in proposito adeguata motivazione (Cass., Sez. 6, n. 19011/2003. 
 
È del tutto evidente che, applicando i principi enunciati dalla Cassazione sopra riportati, l’arresto andava convalidato.  
Aggiungo che ci sono tutti gli elementi perché la Procura di Agrigento impugni il provvedimento avanti alla Corte di cassazione. 
Il che sarebbe molto opportuno, soprattutto allo scopo di evitare che la collettività si formi un’opinione, quanto all’imparzialità e alla preparazione giuridica della magistratura, non corrispondente al vero. 
La sentenza richiamata dalla Gip nell'ordinanza, la 35/2000 si esprime in tutt'altro modo rispetto a quanto da lei dichiarato  
Si tratta peraltro di una sentenza che riguarda l’ammissibilità di un referendum sulla smilitarizzazione della Guardia di Finanza. Referendum che la Consulta ha ritenuto inammissibile. 
 
Quindi non ne comprendo il richiamo a prescindere. 
Ad ogni modo lei ha sostenuto che sono da considerarsi naviglio da guerra solo quelle che operand fuori dalle acque territoriali secondo questa sentenza qui. 
La sentenza 35/2000 si esprime in modo completamente differente.  
Classifica le navi sa guerra e dice come devono essere intese poi, quelle navi che operano fuori dalle acque territotoriali in assenza di autorità consolari: 
 
«che le unità navali in dotazione della Guardia di finanza sono qualificate navi militari, iscritte in ruoli speciali del naviglio militare dello Stato (art. 1, primo comma, del d.P.R. 31 dicembre 1973, n. 1199 - Disciplina per l'iscrizione nel quadro del naviglio militare dello Stato di unità dell'Arma dei Carabinieri, del Corpo della Guardia di finanza, del Corpo delle guardie di pubblica sicurezza e del Corpo delle capitanerie di porto -); battono "bandiera da guerra" e sono assimilate a quelle della Marina militare (artt. 63 e 156 del r.d. 6 novembre 1930, n. 1643 - Approvazione del nuovo regolamento di servizio per la Regia Guardia di finanza -); sono quindi considerate navi militari agli effetti della legge penale militare (art. 11 del codice penale militare di pace);  
quando operano fuori delle acque territoriali ovvero in porti esteri ove non vi sia un'autorità consolare esercitano le funzioni di polizia proprie delle "navi da guerra" (art. 200 del codice della navigazione) e nei loro confronti sono applicabili gli artt. 1099 e 1100 del codice della navigazione (rifiuto di obbedienza o resistenza e violenza a nave da guerra), richiamati dagli artt. 5 e 6 della legge 13 dicembre 1956, n. 1409 (Norme per la vigilanza marittima ai fini della repressione del contrabbando dei tabacchi)» 
 
Sempre nella stessa sentenza richiamata dalla Vella si cita l'art. 200 del codice della navigazione.  
Articolo in cui è specificato chiaramente che le navi militari (come la GdF) esercitano funzioni di polizia non solo "in alto mare" o "nei porti esteri dove non sia un'autorità consolare", ma anche "nel mare territoriale".  
 
Quindi la motovedetta delle Fiamme Gialle sarebbe nave militare anche all'interno del porto di Lampedusa. 
Qui non è questione di interpretazione fantasiosa di una sentenza su cui poggiare il proprio convincimento, in questa ordinanza emerge o la palese incapacità nel comprendere l'analisi logica delle frasi, o la volontà di distorcere a proprio piacimento concetti che però non esistono. 
Io francamente mi chiedo perchè voler fare a tutti i costi figuracce. 
 
Penso che se si possiede il senso della reputazione certe assurdità non si potrebbero mai scrivere. 
 
Dopo gli interventi dell'Ammiraglio De Felice e del Delegato Cocer Carabinieri, Antonio Tarallo, non posso trascurare, tralasciare, evitare minimamente e assolutamente, la lettera del Segretario Generale Aggiunto del SIM, Cav. Insinna che intendo riportare per la stessa e profonda disistima nei confronti del soggetto a cui si rivolge (compagno di viaggio sulla Sea Wacht ) e aggiungo, anche nei confronti di chi ha consentito che accadesse tutto questo ed ha persino applaudito: 
 
 
"Pregiato Onorevole Matteo Orfini
non me ne voglia se sarò leggermente di parte, ma i pensieri personali e le ideologie valgono assai poco quando le azioni compiute possono mettere in serio pericolo la vita degli esseri umani, indipendentemente dal colore della pelle, dall’appartenenza politica e dai vestiti che indossano. 
Lei era a bordo della Sea Watch 3 quando la signora Carola Rackete ha volontariamente forzato il blocco e messo a repentaglio la vita dei miei Colleghi. 
In una intervista ha dichiarato, riflettendo anche successivamente “a freddo”, quindi senza alcun ripensamento, che se fosse stato al posto della signora avrebbe fatto la stessa cosa. 
Lei ha studi classici, ergo, rifletta profondamente sul peso che può essere attribuito alle sue parole. 
Alla luce delle sue dichiarazioni, se non ho compreso male il senso o la metafora, quindi, lei, Onorevole della Repubblica italiana, deputato e presidente del Partito Democratico dal 14 giugno 2014 al 17 marzo 2019, avrebbe forzato il blocco e messo a repentaglio la vita dei miei Colleghi finanzieri? 
 
Pregiato Onorevole Matteo Orfini, perdoni l’ignoranza e mi aiuti a capire, almeno per ciò che domani può assumere rilevanza ai fini delle regole d’ingaggio di un qualunque servitore dello Stato che rispetta gli ordini ricevuti: 
Lei, indipendentemente dalle diverse ideologie e dalle contrapposizioni con il Governo in carica (beghe che a Noi interessano assai poco), avrebbe tranquillamente schiacciato i miei Colleghi contro la banchina del porto di Lampedusa per far scendere i migranti perché: «… Davanti al sequestro di 42 persone, era nostro dovere intervenire e aiutarli a scendere. Così si inizia una battaglia di opposizione». Ho capito bene? 
Era vostro dovere intervenire e aiutare a scendere le 42 persone sequestrate? 
Così si inizia una battaglia di opposizione? 
Ma lei è davvero convinto che per iniziare la sua battaglia di opposizione si possono sacrificare inutilmente le vite dei miei Colleghi schiacciandoli con una nave da 600 tonnellate? 
Se lei ha: «… molti dubbi che ci sia stata una violazione della legge. Davanti ad uno stato di necessità e per portare in sicurezza persone in quello stato, una nave può violare il blocco»; 
io ne ho altrettanti sul fatto che si possa schiacciare impunemente una motovedetta della Guardia di Finanza con una nave da 600 tonnellate… e mi fermo qui! 
 
Appare evidente che abbiamo orizzonti prospettici assai diversi, anche perché non colgo il senso del suo rappresentare: chi, cosa, quale modello unitario, quale etica universalistica, quale realismo politico, quale Stato? 
A mio modesto avviso le sue ragioni, unite a quelle degli altri tre parlamentari di sinistra a bordo della nave Sea Watch 3, non possono giustificare il tentato affondamento dei miei Colleghi che, grazie anche alle vostre idee, servono una democrazia spesso matrigna per i suoi figli migliori, quei figli che sono caduti per difenderla e giacciono dimenticati o, peggio, insultati nelle piazze. 
M’è parso di capire, anche se per lei che era bordo della nave umanitaria sarà sembrata una scaramuccia da poco, che la signora tedesca abbia violato l’art. 1100 del Codice della navigazione. Niente di grave, sia chiaro! È un piccolo reatuccio previsto per chi compie violenza o resistenza a una nave da guerra! 
Sfortunatamente, però, quel reatuccio è sanzionato con una pena fino a 10 anni. 
Riesco quasi a percepire la sua indignazione per una pena così elevata, ma tant’è! 
Ah… che sbadato! Stavo dimenticando di dirle che la sua amica dovrà rispondere anche del tentato naufragio, reatuccio previsto dagli articoli 110 e 428 del codice penale e sanzionato con la pena massima di 12 anni. Fossi in lei proporrei di abolirli quegli articoli inutili… tanto… a che servono… mica andrà in galera! 
 
Onorevole, tranquillo!  
Sono cosucce da poco che non possono minimamente scalfire il prestigio e la fama della sua eroina, leggermente criminale si, ma, certamente celebrabile come nuova icona della sua compagine politica. 
Mi punge vaghezza, seguendo i suoi ragionamenti, che sarà davvero difficile conciliare “il genuino intento di salvare delle vite” contrapposto al tentativo di sopprimere quelle degli uomini in divisa. 
Temo proprio che gli italiani, sempre e comunque ignoranti rispetto al vostro genio, potrebbero non capire o, forse, riuscirebbero, chissà, a comprendere il gioco… leggermente criminale si, ma, comunque, giocato sulla pelle altrui. 
Non rivendichi la lezione di Togliatti, stia al suo posto e non ecceda, lei non è nenche l’ombra di Togliatti giacché il suo pensiero, soprattutto nel Nostro caso, non si erge a sufficienza dal suolo e continua a strisciare insieme alla sua affermazione: “se fossi io al suo posto, agirei esattamente come lei.” 
Comprende il senso della sua ridicola affermazione che uniforma il suo debole pensiero al bullismo avventato di una ragazzina viziata? 
Togliatti è la storia di una generazione di rivoluzionari e di un partito. È la storia di quei “comunisti di ferro” oggi irripetibili. Lasci perdere! 
Se la memoria non vacilla credo che Togliatti, da un letto d’ospedale, abbia detto ai militanti di non occupare le Prefetture… Lei, invece, quale messaggio diffonde? 
Può considerarsi normale la sua presenza a bordo di una nave straniera da 600 tonnellate che tenta di schiacciare una motovedetta con i miei Colleghi a bordo? 
Se fosse avvenuta la tragedia sarebbe andato lei a informare i famigliari dei Colleghi caduti? 
Cosa avrebbe raccontato ai genitori, alle mogli e ai figli? 
Sarebbe andato da solo o avrebbe chiesto ai suoi amici onorevoli di accompagnarla? 
Perché non ho memoria di una vostra presenza ai funerali dei miei Colleghi caduti? 
Come mai trovate sempre il tempo per bivaccare a bordo di una nave straniera che viola le leggi dello Stato e attenta all’incolumità dei miei Colleghi, ma non lo avete mai per onorare le spoglie di chi è caduto per la Patria? 
Cos’è un mistero della fede o della strana ideologia che vi connota? 
 
Pregiato Onorevole Matteo Orfini, si vergogni! 
Provi a pensare per un attimo, e se ci riesce, al divario che esiste e viene patito da chi le scrive. 
Provi a pensare alle parole da pronunciare al padre di un ragazzo di vent’anni morto per servire le Istituzioni e far rispettare le leggi della mia amata Patria. 
Ci riesce?  
È in grado di visualizzare la scena? 
Vuole l’aiuto da casa, il 50 e 50 o gioca il jolly? 
Io la scena la vedo e la rivedo e, mi creda, vorrei allontanarla dalla mente e cancellarla dai ricordi. Ma noi due non siamo uguali e nemmeno simili. 
Lei non sa nemmeno di cosa parlo e le garantisco che è assai difficile usare le parole o le metafore mentre un padre ti gela con lo sguardo. 
Non cerchi paragoni e non si arrampichi sugli specchi, la sua amica capitana, lautamente pagata non si sa bene da chi per far valere la volontà della sua ONG di sbarcare comunque in Italia, fa molto meno di ciò i miei Colleghi Finanzieri fanno da anni, in silenzio, senza riflettori, senza la vostra inutile presenza, sfidando ogni giorno il mare per difendere la legalità e l’onorabilità dell’Italia e dell’Europa, salvando la vita a migliaia di naufraghi o profughi (scelga il termine che più le aggrada). 
 
Prima di congedarmi da lei e dalle sue dichiarazioni da “tre lire”, le consiglio la lettura di alcuni pensieri tratti da “L’uomo senza qualità” di Robert Musil, Einaudi, Torino 1996, pp. 1351-1352: 
“A chi misura con precisione ciò che di precisione necessita, a chi misura con coraggio ciò che di coraggio necessita. Senza prendere le misure dal mondo e stando con i piedi ben saldi per terra, nella consapevolezza che la conoscenza risulta tra i valori elevati, in grado di distinguere un individuo da un altro. 
A chi non cessa di confrontare la propria intelligenza con complessità, dilemmi, fatiche. Ricordando però che la purezza dei sentimenti accompagna l’onestà del vivere e del conoscere. Con qualità, senza falsità, ipocrisie, narcisismi. 
Le misure con le quali misuriamo questo mondo sono però quelle della conoscenza, come pure le condizioni nelle quali lo misuriamo. Ma la conoscenza – anche se la precisa definizione dei suoi limiti e diritti mette l’intelligenza in gravi difficoltà – presenta proprio nel rapporto col sentimento una particolarità evidente e significativa: e cioè che noi, per conoscere, dobbiamo lasciare da parte il più possibile i nostri sentimenti.” 
 
Con sincera e profonda disistima
 
Cav. Gaetano Insinna, 
Segretario Generale Aggiunto del SIM Guardia di Finanza." 
 
 
La denuncia 
Infine, mi corre l'obbligo di pubblicare la denuncia presentata dalla signora Ornella Mariani Forni, avverso il Gip di Agrigento dott.ssa Alessandra Vella: 
 
 
Denuncia presentata alla Procura della Repubblica di Caltanissetta contro il Gip di Agrigento, Alessandra VELLA 
 
 
 
-o-o-o-o-o-o-o-o-o- 
 
 
 
 
 
 
 
 
ALLA PROCURA DELLA REPUBBLICA di CALTANISSETTA 
 
La sottoscritta MARIANI FORNI Ornella, nata a xxxx il xxxx e residente in Benevento alla via xxx, 
 
PREMESSO 
che l’ordinanza di scarcerazione di Carola Rackete, Comandante della nave o.n.g. Sea Watch 3, emessa dal GIP della Procura della Repubblica di Agrigento Alessandra VELLA, appare basata su presupposti giuridicamente errati; 
che gli Immigrati da Costei imbarcati non erano Naufraghi, ma Soggetti con destinazione predefinita; 
che il reato di resistenza e violenza da Ella opposto a nave da guerra italiana avrebbe potuto degenerare in un drammatico evento in danno di Servitori dello Stato; 
che il Segretario di Stato olandese per le migrazioni Ankie Groekers- Knol, prendendone le distanze, ha riconosciuto i gravissimi delitti commessi dalla Rackete; 
che non può essere sfuggito al GIP: 
 
a) l’intenzionalità della Rackete nel restare quattordici giorni in mare pur nella consapevolezza di potere, nello stesso arco temporale, raggiungere porti tunisini, algerini, marocchini, portoghesi, spagnoli, francesi, maltesi, albanesi, egiziani, croati etc.; 
 
b) la sua determinazione a compiere un’azione politica estranea all’esercizio di un diritto e distante dall’onere di un dovere e ad arrecare un violento e deliberato insulto alle Autorità italiane ed ai Finanzieri, la cui vita metteva a repentaglio con manovra intenzionale di stampo criminale, rivelandosi socialmente pericolosa: l’ordine di accensione dei motori laterali, mirava a schiacciare la motovedetta della G.d.F. e la scriminante di cui all’art.51 appare uno scardinamento delle norme attraverso false premesse in Fatto e in Diritto. La Rackete non stava effettuando la millantata operazione di salvataggio, ma aveva prelevato i Migranti a bordo della Sea Watch 3 senza che alcuna emergenza lo esigesse, così mancando lo stato di necessità e le ipotesi di pericolo o di Forza Maggiore richiamate dall’art. 54 C.P., 
 
 
DENUNCIA 
il GIP Alessandra Vella, la cui decisione offende gli interessi, i sentimenti ed i valori dello Stato italiano, per ”Delitto contro la personalità dello stato” poiché la sua attività, svilendo ed esautorando le Forze dell’Ordine impegnate in loco, ha violato l’art. 241 CP nel quale è scritto: “… chiunque compia atti diretti o idonei a sottoporre il territorio dello Stato o una parte di esso alla sovranità di uno Stato straniero, ovvero a menomare l’indipendenza o l’unità dello Stato, è punito con la reclusione non inferiore a dodici anni. La pena è aggravata se il fatto è commesso con violazione dei doveri inerenti l’esercizio di funzioni pubbliche “ e per quanti altri reati l’A.G. adita ravviserà. 
 
La Scrivente chiede, infine, all’A.G. di verificare se risponda al vero il compiacimento espresso dalla Vella sul Social FB per il denaro raccolto a favore della Sea Watch 3 e se Ella stessa abbia contribuito con versamenti personali, in aperta violazione dell’art. 36 comma 1, lettera C del C.P.P.: “IL Giudice ha l’obbligo di astenersi se ha dato consigli….”. 
 
Con ogni riserva di richiesta di danni in ogni sede, quale Cittadina e Contribuente, la Sottoscritta, che trasmette copia del seguente atto anche al Consiglio Superiore della Magistrtura per le opportune valutazioni, chiede di essere informata dell’esito della presente denuncia ai sensi dell’art. 406 c.p.p. nel caso in cui il P.M. avanzi formale richiesta di proroga delle indagini preliminari.  
Chiede altresì di essere informata nel caso in cui, ai sensi dell’art. 408 c.p.p. il P.M presenti richiesta di archiviazione. 
 
Benevento 05/07/2019 
 
 
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Sic transit gloria mundi 
 
Ecco fatto 
Ninni Raimondi 
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