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M5S schierato con la Ue e Lega nell’angolo. Governo mai così a rischio 
di Ninni Raimondi
 
Il  Movimento 5 Stelle si è ufficialmente schierato contro la Lega nell’Europarlamento e nell’Unione europea, sostenendo le forze filo Ue ed anti sovraniste.  
I 14 voti dei pentastellati sono stati decisivi per l’elezione di Ursula Von der Leyen alla presidenza della Commissione Ue, contro la quale hanno votato la Lega e gli altri sovranisti, insieme a populisti ed euroscettici.  
Dopo la nomina del 5 Stelle Fabio Massimo Castaldo alla vicepresidenza dell’Europarlamento – e non era ancora mai successo che venisse scelto un esponente del gruppo misto, visto che i 5 Stelle non fanno parte di nessuno schieramento, a Strasburgo – è quindi conclamato l’ingresso del M5S nella maggioranza filo Ue che sostiene la tedesca, ossia Ppe, Pse, Liberali e Verdi. 
 
Ora è guerra aperta con la Lega 
La scelta di campo dei 5 Stelle (decisione che arriva da lontano e a questo punto appare presa di concerto insieme con il premier Giuseppe Conte e forse anche con il Presidente Sergio Mattarella) di contrapporsi alla Lega a Strasburgo avrà ricadute pesanti anche in Italia. Anche perché appare ovvio che il Carroccio, dopo aver votato contro la von der Leyen, non otterrà alcun commissario. Altro che Giorgetti nella Commissione Ue, quindi. Anzi, è plausibile che proprio in virtù dei voti determinanti per la vittoria della tedesca, i 5 Stelle potrebbero ottenere altri prestigiosi incarichi. 
 
Le dichiarazioni di voto a Strasburgo, una dichiarazione di guerra 
Ufficialmente, i 5 Stelle hanno votato per la von der Leyen perché “lei ha fatto suoi i punti principali del nostro programma, dopo il nostro incontro, ed ha garantito che si impegnerà a realizzare un salario minimo europeo, un nuovo patto sull’immigrazione, riforme ambiziose per il clima e a garantire finalmente l’iniziativa legislativa al Parlamento europeo”, come ha spiegato la capodelegazione pentastellata Tiziana Beghin in aula. 
La Lega invece ha votato contro, come abbiamo detto. “La nostra scelta – ha spiegato Marco Zanni, presidente dei leghisti a Strasburgo – è motivata dalla assenza di cambiamento che abbiamo riscontrato nei contenuti e nelle proposte fatte dalla candidata.  
Non ci piace dare il nostro voto a favore di programmi troppo spostati a sinistra che sono, peraltro, lo specchio di quelli che abbiamo già visto nella scorsa legislatura. Ancor meno – sottolinea il leghista – siamo disposti a dare il nostro sostegno a chi attacca strumentalmente l’Italia“. 
 
La trattativa di Conte e la Lega messa nell’angolo 
Ora è chiaro che Conte, con il pieno sostegno di Mattarella, quando era volato a Bruxelles per discutere con gli altri partner e poi confermare l’appoggio alla von der Leyen, aveva di fatto trattato per ottenere poltrone Ue per i 5 Stelle. Ora la guerra è dichiarata.  
I pentastellati sono schierati con i filo Ue: hanno votato il Pd David Sassoli come presidente dell’Europarlamento e così hanno ottenuto una vicepresidenza, ora potrebbero incassare la nomina di un commissario di peso. Il tutto “alla faccia” della Lega di Matteo Salvini, per di più alle prese con lo scandalo dei presunti fondi russi. Ora il ministro dell’Interno è avvisato: non può più fare come gli pare, incontrando le parti sociali al posto di Conte e parlando di manovra economica come se decidesse tutto lui. Anche perché se dovesse cadere il governo, non si tornerebbe al voto e quindi la Lega non potrebbe capitalizzare i consensi. 
 
Se il governo cade, Mattarella ci “rifila” Draghi con il sostegno di Pd e M5S 
Sì, perché Mattarella non scioglierebbe le Camere ma si giocherebbe la carta della stabilità – tanto cara alla Ue – con un governo tecnico guidato dall’ex numero uno della Bce Mario Draghi e sostenuto da una nuova maggioranza, che poi è quella vista già a Strasburgo, ossia la “santa alleanza” anti Lega formata da M5S e Pd.  
Non a caso, infatti, è in corso un “vertice segreto” del M5S a Roma. Il tutto a dispetto del fatto che il Carroccio è il primo partito italiano. Ora bisognerà vedere quali saranno le prossime contromosse di Salvini, messo all’angolo dai poteri filo Ue. 
 
Licenza Creative Commons  17 Luglio 2019
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