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Il governo ha posto la fiducia al Senato sul decreto legge Sicurezza bis. A rendere nota la decisione è stato Riccardo Fraccaro, ministro per i Rapporti con il Parlamento. Come scritto su questo giornale, era chiaro che oggi non si sarebbero discussi gli oltre 1200 emendamenti presentati dall’opposizione e che l’esecutivo avrebbe optato per questa soluzione. C’è però un problema di numeri, legato soprattutto alla probabile fronda pentastellata. Sono infatti 7-8 i senatori del M5S che hanno fatto intendere di non voler votare la fiducia. Se così fosse, come scritto stamani, il quorum sarebbe appeso a un filo.
Intanto, non appena il ministro Fraccaro ha comunicato all’aula l’intenzione del governo, dai banchi del Pd si sono levati applausi ironici e grida “vergogna”. Per tutta risposta i senatori della Lega e subito dopo anche quelli del M5S hanno risposto con altri applausi di scherno rivolti ai senatori dem. L’intervento più duro e al contempo decisamente fuori luogo è stato comunque quello di Pietro Grasso, che ha chiamato in causa (non poteva mancare) il fascismo: “Un passo alla volta state trasformando il tempio della democrazia in quell’aula sorda e grigia, in quel bivacco di manipoli evocato in un periodo di cui alcuni, anche qui dentro, provano nostalgia”. Inutile dire che Mussolini disse esattamente il contrario, ovvero che avrebbe potuto “fare di quest’aula sorda e grigia un bivacco di manipoli”.
Adesso però il governo rischia sul serio di scivolare (e dunque cadere) su questo Dl?
Spero di no – ha detto Matteo Salvini – perché il decreto sicurezza fa bene all’Italia.
Ci sono due voti su cui non si scappa: quello sul decreto sicurezza e quello sulla Tav.
Lì o ci sono i si o ci sono i no.
Non esistono i forse.
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