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Consultazioni, tocca ai partiti
Consultazioni, tocca ai partiti maggiori. Occhi puntati sull’intesa M5S-Pd 
di Ninni Raimondi
 
Oggi è la seconda e decisiva giornata di consultazioni al Quirinale. Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, incontrerà i partiti maggiori sulla crisi di governo aperta ufficialmente con le dimissioni del premier Giuseppe Conte martedì sera. Alle 10 in punto si comincia con Fratelli d’Italia con a capo Giorgia Meloni, seguito dalla delegazione del Pd (alle 11) guidata dal segretario Nicola Zingaretti. A mezzogiorno è atteso il gruppo di Forza Italia con Silvio Berlusconi. Nel pomeriggio alle 16 i colloqui proseguono con la Lega, con a capo Matteo Salvini. E si concludono alle 17 con il M5S, guidato da Luigi Di Maio. 
 
Gli incontri di ieri 
Ieri il capo dello Stato ha incontrato la presidente del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati, poi il presidente della Camera Roberto Fico. A seguire i colloqui con i gruppi parlamentari, e l’antifona è stata subito chiara. A partire dal Gruppo delle Autonomie (Svp, Patt e Uv) del Senato, il quale infatti si è detto “disponibile a sostenere un governo” M5S-Pd che si dovesse formare, se esso avrà “una forte impronta europeista“, anche perché le elezioni anticipate rischiano di portare all’esercizio provvisorio di bilancio e all’aumento dell’Iva, hanno detto la presidente del Gruppo Julia Unterberger e il vice Albert Laniece. 
 
Gruppo Misto: “Serve governo politico” 
Il Gruppo Misto del Senato a sua volta concorda nel giudicare “pericoloso precipitare il Paese” alle urne e auspica la nascita di “un governo non breve, non di transizione, ma un governo politico”. Lo ha detto la presidente del gruppo di Palazzo Madama, Loredana De Petris, al termine delle consultazioni al Colle. Insieme alla De Petris erano presenti al colloqui Pietro Grasso, Emma Bonino e Riccardo Nencini. “Serve un governo – ha affermato la Bonino – di totale alternativa politica e programmatica rispetto a quello finora visto“. “Il governo avrà il compito di fare ma anche di disfare – ha aggiunto – mi riferisco al decreto Sicurezza bis, alla questione migranti, allo sperpero di fondi pubblici: un autorevole governo del fare e del disfare”. Inoltre Mattarella ha avuto un colloquio telefonico con il Presidente emerito Giorgio Napolitano, che in questi giorni non è a Roma. 
 
Le prossime mosse dei 5 Stelle 
Al termine delle consultazioni al Quirinale, è stata convocata per oggi pomeriggio l’assemblea congiunta dei parlamentari M5S. Sarà presente il capo politico Luigi Di Maio. Per Francesco D’Uva e Stefano Patuanelli, capigruppo M5S di Camera e Senato, “sono ore molto importanti per il futuro del nostro Paese. Il Movimento 5 Stelle si affiderà alla volontà del presidente Sergio Mattarella che segnerà la strada da seguire dopo che Matteo Salvini ha aperto un’assurda crisi di governo in pieno agosto. Il Movimento è unito e compatto intorno al capo politico Luigi Di Maio. Siamo un monolite. E adesso siamo concentrati sulle consultazioni”. Ieri i 5 Stelle hanno rivendicato di essere primo partito in Parlamento e che quindi si sarebbero pronunciati al termine del “valzer” delle consultazioni. Ma gli occhi chiaramente sono puntati sul possibile “inciucione” con Pd e sinistra. 
 
“Lega già al lavoro per costruire l’Italia dei sì” 
“La Lega è già tutta al lavoro per costruire l’Italia dei sì – spiegano i capigruppodel CarroccioMassimiliano Romeo e Riccardo Molinari –, fondata su un taglio di tasse per 10 milioni di cittadini, investimenti pubblici, infrastrutture, processi giusti e veloci, certezza della pena e bambini che tornano a nascere. Altri stanno pensando al governo dei no e delle poltrone? Andiamo a elezioni e facciamo scegliere gli Italiani! Chi scappa dalle urne ha la coscienza sporca”. 
 
Renzi conferma di voler restare fuori 
Ieri Matteo Renzi a Radio anch’io su Radio 1, rispondendo a una domanda se preferisca il governo istituzionale o quello di legislatura ha preso atto della posizione ufficiale del suo partito, quella del segreteario: “Mi pare che il Pd abbia una posizione molto chiara sul governo di legislatura. La mia proposta di governo istituzionale è stata rilanciata da alcuni, Bettini e altri, ma mi pare che Zingaretti abbia detto una cosa molto chiara. Ha detto: io ci sto se c’è un governo solido, forte, di ampio respiro. Questo però se la devono vedere il Pd e i 5 Stelle, io non sono più il segretario del Pd“. E ha aggiunto: “Credo che l’alternativa oggi non sia tra queste due cose, ma tra elezioni (un’ipotesi ancora in campo) o governo. Si tratta di scegliere?”. Poi l’ex premier ha ribadito: “Dal mio punto di vista non c’è alcuna disponibilità del sottoscritto a far parte di questo governo“. 
 
Salvini: “Dal Pd sberlone ai 5 Stelle” 
“Gli altri in queste ore parlano di posti, di poltrone. Noi di manovra, di come tagliare le tasse e aiutare gli italiani”, ha detto il leader della Lega, Matteo Salvini, arrivando alla Camera per l’assemblea dei deputati leghisti. “Qualunque governo nasca sarà un governo contro la Lega“, ha detto Salvini incontrando i giornalisti davanti alla Camera. “Nelle proposte del Pd c’è lo sberlone ai 5 Stelle in cui scompare il taglio dei parlamentari. Noi l’abbiamo votato tre volte…e anche ieri abbiano detto di essere pronti a farlo” ha aggiunto il ministro dell’Interno. “Rottura? Erano troppi i no. Poi gli italiani decideranno. Un governo che nasce contro è destinato solo a salvare qualche poltrona“, ha concluso Salvini. 
Licenza Creative Commons  22 Agosto 2019
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