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Il “compagno” Fico a Palazzo Chi
Il “compagno” Fico a Palazzo Chigi: la terribile ipotesi sul tavolo 
di Ninni Raimondi
 
Mancano un giorno alla nuova tornata di consultazioni – fissate da Mattarella per martedì – e i due partiti promessi sposi, M5S e Pd, tentano ancora di trovare la quadra. Nonostante l’appoggio dell’Ue verso un Conte-bis, dalle parti Nazareno l’ipotesi non sembra trovare gradimento. Tanto che lo stesso premier uscente avrebbe fatto un passo indietro: “Contano i programmi, non gli uomini”, ha spiegato. 
 
Pazza idea Roberto Fico 
Se le quotazioni dell’«avvocato del popolo» perdono vigore, sembrano invece prenderne parecchio quelle di Roberto Fico. I tempi non sono ancora maturi, ma l’impressione è che attorno all’attuale presidente della Camera possa trovarsi una qualche convergenza. 
Ufficialmente ancora non proposto dal suo partito, l’idea pare essere assai gradita ai dem. “Se il M5s facesse il suo nome – si vocifera dalle parti del Pd – sarebbe un ottimo punto di partenza”. Tanto più che metterebbe d’accordo, secondo indiscrezioni, sia la componente renziana che quella orbitante attorno al segretario Zingaretti. Non solo: rappresentando l’anima più ortodossa e di sinistra dei pentastellati, Fico catalizzerebbe attorno a sé anche il consenso di partiti, come ad esempio (ma non solo) Liberi e Uguali, necessari a raggiungere i numeri per garantire la maggioranza al nuovo esecutivo. 
 
Un “compagno” a Palazzo Chigi 
Napoletano di nascita e grillino della prima ora, entra alla Camera dei Deputati con le elezioni del 2013, anche se acquisisce notorietà con l’elezione a presidente della stessa nella primavera 2018. C’è già, peraltro, un precedente politico: dopo il voto del 4 marzo lo troviamo incaricato dal Quirinale con un mandato esplorativo per sondare le possibilità di un governo giallorosso ante litteram. Le trattative sembrano procedere, salvo arenarsi a causa dell’opposizione di Renzi. Roberto Fico non sembra insomma a digiuno di buoni rapporti con il Pd. 
 
Le possibilità di un “asse” trovano ulteriori sponde nelle posizioni politiche di cui è latore. Favorevole allo ius soli, al global compact sull’immigrazione e all’accoglienza indiscriminata, avversario di Salvini e dei suoi decreti sicurezza, avevano fatto scalpore le sue dichiarazioni sulla festa del 2 giugno da lui dedicata “a rom e migranti”. Senza dimenticare altre performance come quella dell’inno d’Italia ascoltato con mani in tasca e malcelato fastidio.  
Roberto Fico è praticamente una Boldrini 2.0. Ma a questo giro non è più floklore e dichiarazioni che spianano la strada ai consensi per il centrodestra, perché c’è in ballo una carica da presidente del Consiglio pronta ad essergli confezionata addosso.  
 
Il che, se possibile, è ancora peggio. 
Licenza Creative Commons  26 Agosto 2019
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