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Lerner contro Salvini: “Vale più
Lerner contro Salvini: “Vale più un operaio Ilva che dieci Balotelli? Argomentazione farlocca” 
di Ninni Raimondi
 
“La verità è che per Matteo Salvini vale solo Matteo Salvini”. Gad Lerner risponde al leader leghista, che ieri aveva dichiarato “vale più un operaio dell’Ilva che dieci Balotelli“. Per il giornalista ex di Lotta Continua “è raro imbattersi in un’argomentazione così farlocca, escogitata solo per inanellare hashtag senza avere mai mosso un dito né per Taranto né contro il razzismo”. L’escamotage comunicativo di Salvini, di accostare il ricco viziato Balotelli ai poveri operai dell’Ilva, di mettere a confronto l’eventuale danno causato da qualche coro con l’ipotesi per diecimila operai di perdere definitivamente il posto di lavoro, ha fatto arrabbiare Gad Lerner. Probabilmente perché, seppur con la consueta semplificazione, l’ex ministro dell’Interno sposta il piano da un dramma finto, consumato solo dentro gli schemi del politicamente corretto, ad una questione sociale seria e concreta. 
 
“Non abbiamo bisogno di fenomeni”  
E questo, al tempo della caccia alle streghe e delle commissioni che indagano “sull’odio”, non va bene. Eppure il ragionamento di Salvini espresso durante una conferenza stampa appare come al solito di buonsenso: “Con ventimila posti di lavoro a rischio, Balotelli è l’ultima delle mie preoccupazioni. Condanniamo razzismo e antisemitismo ma non abbiamo bisogno di fenomeni”. Difficile dargli torto, se vivi nel Paese reale, un po’ più complicato se bazzichi solo la bolla surreale dei giornalisti di sinistra. Basta guardare alla home page di Repubblica, dove ieri la notizia che l’Ilva rischia di chiudere definitivamente e che diecimila lavoratori potrebbero finire per strada, ci ha messo un bel po’ a scalzare il botta e risposta tra il capo ultrà del Verona e Balotelli. 
 
Governo nemico del Sud 
Salvini sul possibile recesso di Arcelor Mittal ha commentato così: “Questo governo è nemico del sud, il premier Conte è il primo nemico del Sud. Prima levano il disturbo e meglio è. Noi faremo il nostro lavoro in Parlamento. Se il governo domani (oggi, ndr) non si presenta in Aula a riferire sull’Ilva, blocchiamo i lavori: se Conte ci avesse dato retta alcune settimane fa sul decreto…”. Il riferimento del leader leghista è all’eliminazione dello scudo penale, principale motivazione utilizzata dalla multinazionale indiana per levare le tende. Insomma per Salvini il governo sull’Ilva “dovrebbe tornare indietro e chiedere scusa. Se peraltro obiettivo è tutelare l’ambiente: i privati si erano impegnati a mettere 3 miliardi per bonificare area. A rischio 15 mila posti di lavoro per una clausola votata da Pd, 5 Stelle e LeU”.  
Licenza Creative Commons  5 Novembre 2019
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