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Il plagio
Tesi copiata, la “ministra” si arrampica sugli specchi: “Non era tesi di laurea”. Ah beh, allora… 
di Ninni Raimondi
 
Mai chiedere scusa, mai ammettere il torto, mai fare ammenda, mai arretrare: ma rilanciare con arroganza, puntando il dito contro l’accusatore e rimediare un frattale di figuracce senza soluzione di continuità. E’ la tecnica usata dai grillini quando vengono sorpresi con le mani nel sacco, quando assumo gli stessi comportamenti-stilema dei politici attaccati alla poltrona che erano così bravi ad osteggiare agli albori del movimento – quando cioè le loro terga non stavano ancora incollate alla cadrega. 
 
Azzolina, Lega al’attacco 
E’ così anche per il neo ministro dell’Istruzione Azzolina, beccata dai giornalisti di Repubblica a copiare malamente una tesi di abilitazione professionale. Un’accusa di plagio – comprovato – non è proprio il massimo per chi è stato messo a dirigere il Miur da neanche due settimane. La Lega è subito passata all’attacco chiedendo le dimissioni del ministro. Matteo Salvini, in particolar modo, è partito a testa bassa: “Fare peggio del ministro Fioramonti sembrava impossibile. E invece Azzolina ci stupisce: non solo si schiera contro i precari ma ora scopriamo che copia pure le tesi di laurea. Un ministro così non ha diritto di dare (e fare) lezioni. Roba da matti. Si vergogni e vada a casa“. 
 
Nessuna scusa 
Ora, con una tale ombra gettata sul suo passato professionale, un ministro serio avrebbe dovuto per lo meno scusarsi e considerare l’ipotesi dimissioni. Invece la Azzolina non solo ha minimizzato, cercando di svicolare: “Non fatevi prendere in giro: non è né una tesi di laurea né un plagio né null’altro“, e invece lo è, perché il ministro ha copiato le definizioni da ben tre testi, “ho sentito tantissime sciocchezze in queste ore”. 
 
Arroganza pentastellata 
Poi, messa alle strette e non sapendo più dove puntare il dito, con l’arroganza tipica del “laureato de sinistra” che pensa di essere tre gradini sopra gli altri in virtù del “pezzo di carta”, decide di prendersela con la scolarizzazione del leader del Carroccio – come se questo rendesse meno grave il suo plagio: “D’altra parte non mi stupisce mica che Salvini non sappia distinguere tra una tesi di laurea e una tesi di fine relazione di tirocinio Ssis (Scuola di specializzazione all’insegnamento secondario, ndr)”, attacca. “Non ha mai studiato in vita sua e sarebbe strano se le distinguesse”. Come ultimo atto, ha ben pensato di annacquare la polemica inondando i media di dichiarazioni sulla Shoa (si trovava a Cracovia per il Viaggio della memoria) strumentalizzandola per distrarre l’opinione pubblica dal caso della tesi copiata. 
 
Un plagio è un plagio 
Qualcuno forse dovrebbe spiegare al ministro che un plagio è un plagio, indipendentemente dal tipo di tesi redatta.  
Azzolina ha copiato nell’ambito della scrittura di un elaborato che fornisce un’abilitazione professionale, un titolo che non è privo di valore giuridico.  
Un fatto gravissimo, perché dimostra che il ministro non era in grado di compilare 41 pagine di tesi senza saccheggiare opere altrui e non aveva nemmeno l’onestà intellettuale di virgolettare e citare le fonti, ammettendo le proprie lacune.  
E’ questo il ministro dell’Istruzione che gli studenti italiani si meritano? 
Licenza Creative Commons  13 Gennaio 2020
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