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Com’è umano l’Economist
Com’è umano l’Economist: “Le case di proprietà minano la crescita” 
di Ninni Raimondi
 
Avere una casa di proprietà? E’ “un’ossessione” tutta occidentale che “mina la crescita e la fiducia nel capitalismo”. Ne è convinto l’Economist, noto settimanale britannico di economia, che in un articolo del 16 gennaio individua nell’acquisto delle abitazioni una delle principali cause della crisi che attanaglia la nostra società. Anzi, la casa di proprietà sarebbe addirittura “il più grande errore della politica economica occidentale”. Colpevoli di questo maledetto vizio sono in particolare i cittadini europei, ma pure gli americani non possono certo dirsi immuni. 
 
Infatuazioni 
“Le politiche abitative deformate che risalgono alla seconda guerra mondiale e che si intrecciano con un’infatuazione per la proprietà domestica hanno causato uno dei fallimenti economici più gravi e duraturi del mondo ricco”, scrive l’Economist. Il periodico londinese che d’altronde si autodefinisce “un prodotto del liberalismo caledoniano di Adam Smith e David Hume”, arriva così ad attaccare addirittura una delle basilari esigenze dell’uomo, occidentale o meno che sia. Quindi nessuno dovrà ambire a “una solida casa”, magari “di pietra squadrata e liscia per istoriarne la facciata” così come descritta nel sublime canto With usura di Ezra Pound. 
 
Maledette case popolari 
E chissà cosa penserebbe il grande poeta statunitense della sparata del settimanale britannico, che arriva addirittura ad elogiare l’affitto e stroncare la realizzazione di case popolari, perché certo, meglio non avere un tetto di proprietà: “Dagli anni ‘50 in poi i governi hanno utilizzato sussidi, agevolazioni fiscali e vendite di case popolari per incoraggiare l’occupazione dei proprietari rispetto agli affitti”. Orrore, tutto questo per il megafono dei guru liberisti avrebbe addirittura provocato un depauperamento dell’investimento degli acquirenti. 
 
Quindi, “se si ignora la leva finanziaria, di solito è meglio possedere azioni piuttosto che possedere case.  
Coloro che possiedono case spesso diventano nimby che resistono allo sviluppo nel tentativo di proteggere i loro investimenti.  
Ciò incanala le classi medie e aumenta ulteriormente i prezzi.  
E alimenta l’accumulo di debito ipotecario che rende più probabili le crisi”.  
 
Insomma, per l’Economist dovremmo smetterla di puntare così “in alto”, ovvero cercare di comprare una casa.  
Volete mettere una bella vita precaria, senza certezze e con la possibilità di ritrovarsi a dormire sotto un ponte?  
Allora sì che la crisi economica verrebbe definitivamente risolta. 
Licenza Creative Commons  21 Gennaio 2020
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