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Coronavirus, il New York Times demolisce Conte. E Giuseppi scappa dall’intervista 
di Ninni Raimondi
 
Coronavirus, il New York Times demolisce Conte. E Giuseppi scappa dall’intervista 
Secondo il New York Times, l’Italia è diventata il simbolo internazionale su ciò che un Paese non deve fare per fronteggiare l’emergenza nuovo coronavirus: “L’esperienza del Paese mostra che i passaggi per isolare il Coronavirus e limitare i movimenti delle persone devono essere messi in atto in anticipo, con assoluta chiarezza, quindi rigorosamente applicati”. Partiamo dall’antefatto dell’articolo. Venerdì 20 marzo, lo staff di Giuseppe Conte ha proposto al New York Times un’intervista al presidente del consiglio, a condizione che le domande fossero inviate precedentemente e le risposte fossero poi inviate per iscritto. Nonostante la testata americana si sia attenuta alle indicazioni, l’intervista è stata negata: “Quando ha inviato le domande, comprese quelle sulle sue dichiarazioni passate, (Conte) si è rifiutato di rispondere”. 
 
Conte minimizzava, Zingaretti faceva gli aperitivi 
Il lungo articolo del Nyt passa in rassegna la schizofrenica e dilettantesca gestione italiana dell’emergenza e del contenimento del nuovo coronavirus, che si può riassumere perfettamente nel passaggio: “Nei primi giorni critici dell’epidemia, il governo Conte e i suoi ministri hanno cercato di minimizzare la minaccia, creando confusione e falso senso di sicurezza che hanno favorito la diffusione del virus. Dell’alto numero di contagi, hanno accusato i troppi test effettuati su persone senza sintomi nel nord Italia, contribuendo così solo a creare isteria e ad offuscare la realtà del Paese all’estero”. Il New York Times stigmatizza, inoltre, l’aperitivo del 27 febbraio fatto dal segretario del Partito Democratico, Nicola Zingaretti, a Milano quando l’Italia registrava già più di 400 casi di positività al Covid-19 e 12 decessi. Nel post pubblicato sui social network, Zingaretti esortava gli italiani ad uscire di casa, per sostenere la campagna “Milano non si ferma” del sindaco Beppe Sala: “Non perdiamo le nostre abitudini, non possiamo fermare Milano e l’Italia. La nostra economia è più forte della paura: usciamo a bere un aperitivo, un caffè o per mangiare una pizza”. 
 
Nemmeno dieci giorni dopo, il 7 marzo, il New York Times sottolinea: “Quando il bilancio era di 5.883 persone infettate e 233 morti, il leader del partito, Nicola Zingaretti, pubblicava un nuovo video, questa volta informando l’Italia che anche lui aveva contratto il virus”. Gli errori sulla tempistica delle ordinanze in merito al contenimento del Covid-19 che si sono susseguite in modo disarticolato e caotico sono state evidenziate anche dalle dichiarazioni di Walter Ricciardi, membro del consiglio dell’Organizzazione mondiale della Sanità (Oms) e nominato consigliere del ministero della Salute il 24 febbraio scorso: “Le ordinanze? In tempo di guerra, come un’epidemia, le avrei fatte 10 giorni prima”. 
 
Nonostante il 21 gennaio l’Oms avesse già diramato il primo rapporto epidemico sul nuovo coronavirus che si stava diffondendo in diverse provincie cinesi, lo stesso giorno il ministro dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, Dario Franceschini, ha ospitato una delegazione cinese guidata dal ministro Luo Shugang, presso l’Accademia Nazionale di Santa Cecilia, per l’inaugurazione dell’anno della cultura e del turismo Italia-Cina. Come sottolineato dal Nyt, Michele Geraci, ex sottosegretario di Stato al ministero dello Sviluppo economico, aveva subito espresso le sue perplessità sull’iniziativa di Franceschini: “Siamo sicuri di voler fare questo? Dovremmo essere qui oggi?”. 
 
La fuga verso il Sud e gli errori di Conte 
L’articolo del New York Times evidenzia anche come siano state tacciate di populismo dal governo italiano le iniziative proposte dagli esponenti dell’opposizioni e dai governatori del Nord, come l’isolamento degli studenti che tornavano dalla Cina, e la vergognosa accusa indirizzata da Conte all’ospedale di Codogno sull’errata gestione sanitaria del cosiddetto “paziente uno“ che avrebbe contribuito alla diffusione del virus, nonché le corse ai supermercati causate dall’errata comunicazione del presidente del consiglio. Analizzando le misure del governo Conte, il Nyt stigmatizza quanto successo in seguito alla divulgazione alla stampa della bozza del Dpcm dell’8 marzo, prima della sua pubblicazione: “Una bozza del decreto, filtrata ai media italiani sabato sera, ha spinto molti milanesi alla precipitosa fuga su treni affollati treno per tentare di lasciare la regione, causando quella che molti in seguito hanno considerato una pericolosa ondata di contagio verso sud”. 
 
Le constatazioni del New York Times inchiodano il governo Conte alle sue responsabilità in merito all’errata gestione del contenimento dell’epidemia di Covid-19: “La tragedia dell’Italia ora rappresenta un avvertimento per i suoi vicini europei e per gli Stati Uniti, dove il virus sta arrivando con la stessa velocità. Se l’esperienza italiana mostra qualcosa, è che le misure per isolare le aree colpite e per limitare i movimenti della popolazione devono essere prese in anticipo, messe in atto con assoluta chiarezza, e poi quindi rigorosamente applicate”. 
Licenza Creative Commons  23 Marzo 2020
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