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Gli avvocati Sinagra e Lonoce denunciano il governo 
di Ninni Raimondi
 
Gli avvocati Sinagra e Lonoce denunciano il governo: “Colpevole delle migliaia di morti” 
Stamattina ho depositato presso la Procura della Repubblica di Roma la denuncia contro Giuseppe Conte, Roberto Speranza e Luciana Lamorgese, a firma mia e dell’Avv. Alfredo Lonoce.  
Lo annuncia Augusto Sinagra, ex magistrato e professore di diritto dell’Unione europea alla Sapienza (e recentemente difensore di CasaPound nella causa vinta contro Facebook). E così dopo quella del New York Times arriva un’altra illustre bocciatura per la gestione dell’emergenza coronavirus del governo giallofucsia. 
 
Emergenza sottovalutata 
Nell’esposto presentato Sinagra e Lonoce accusano il governo di aver sottovalutato e minimizzato l’emergenza, “omettendo nei tempi e nei modi necessari ogni misura di contenimento e di prevenzione, favorendo l’enorme diffusione” del Covid-19 “con l’impressionante numero avutosi di contagiati e di deceduti”. A riportare alcuni stralci della denuncia dei due avvocati è stata La Verità che ha avuto modo di visionarlo. L’accusa verte dunque sui colpevoli ritardi del governo, arrivato alla chiusura totale della nazione solo a marzo inoltrato e con il contagio ormai diffuso, nonostante già il 31 gennaio fosse stato dichiarato lo Stato di emergenza sanitaria.  
 
Decisioni confuse che hanno peggiorato la situazione 
A finire sotto accusa ovviamente è anche il pasticcio dell’8 marzo, quando venne dichiarata la chiusura della Lombardia e di altre province (preceduta da una fuga di notizie) causando – con il contagio già in atto – l’assalto ai treni e la conseguente fuga verso il Sud, peggiorando la situazione.  
 
Nella sua comunicazione, l’avvocato Sinagra, fa una ulteriore precisazione rispetto alle iniziative legali: “Solo una precisazione: gli Uffici giudiziari sono aperti, così pure i Commissariati di Polizia, i Carabinieri, la GdF e i Consolati italiani all’estero. Esigenze di “giustizia” consentono i necessari spostamenti (comunque minimi). Non praevalebunt”. 
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