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Conte a fine corsa (magari)?  
di Ninni Raimondi
 
Tra gli scenari possibili, Draghi premier (con l’appoggio della Lega) 
All’indomani dell’ultimatum lanciato da Renzi a Conte in Aula – “Non abbiamo negato pieni poteri a Salvini per darli a un altro” – è tutto un gran parlare sul fatto che il premier sia giunto al capolinea. E non tanto perché l’ex segretario del Pd gli abbia detto di essere “a un bivio: se lei sceglierà la strada del populismo, non avrà al suo fianco Italia Viva”, ma piuttosto perché proprio tra le fila dei dem crescono sempre più i malumori per la gestione fallimentare della fase 2. E’ proprio su come ripartire che anche nel Pd è tutt’altro che apprezzato l’allarmismo di Conte, il suo terrorismo psicologico con cui tiene ancora i negozi chiusi e gli italiani tappati in casa perché altrimenti ci sarebbe una nuova esplosione dei contagi, si saturerebbero i posti di terapia intensiva e ci sarebbero migliaia di vittime. Anche l’aver abdicato, l’aver sospeso il Parlamento (e per molti pure la Costituzione) affidandosi ciecamente agli esperti – al Comitato che tutto decide – secondo cui si dovrebbe restare con le scuole chiuse e le mascherine indosso chissà per quanti altri mesi, in questa fase dell’epidemia ormai sotto controllo appare un eccesso di prudenza fuori tempo massimo. Se a questo si aggiunge il vizio del premier di fare annunci su Facebook e firmarsi Dpcm senza passare per l’Aula, ecco che la gestione “un uomo solo al comando” ormai sta stretta anche a pezzi di maggioranza giallofucsia. 
 
Conte vuole imbarcare Forza Italia per far fuori Renzi? 
Oggi quindi gli scenaristi dei principali quotidiani si cimentano nell’ipotizzare scenari post-Conte, dando per scontato che l’attuale premier non durerà ancora a lungo. E se l’ex avvocato del popolo oggi “portavoce del Comitato tecnico scientifico” respinge l’aut aut di Renzi assicurando che la maggioranza c’è (pensando ovviamente alla possibilità di imbarcare Forza italia, che si è messa disposizione con il suo sì al Mes già da tempo), in realtà è dal Pd che deve guardarsi. Perché anche lo stesso leader di Iv potrebbe puntare a un premier dem con un rimpasto che tagli fuori Conte. 
 
L’ipotesi Draghi premier con una maggioranza di europeisti 
Tuttavia tra gli scenari possibili uno dei più accreditati è quello che vede Mario Draghi premier, sostenuto dagli europeisti – quindi anche Forza Italia e un pezzo di 5 Stelle. In una maggioranza simile sappiamo che non ci sarà sicuramente Fratelli d’Italia (che peraltro potrebbe fare incetta di consensi tra gli euroscettici) ma probabilmente ci sarebbe la Lega, visto che al braccio destro di Salvini, ossia Giancarlo Giorgetti, non dispiacerebbe affatto vedere l’ex presidente della Bce a Palazzo Chigi. Certo, sul fronte Mes sarebbe un bel problema ottenere il sì dei leghisti, tanto per fare un esempio. Conoscendo Renzi, che vuole stare sempre nella stanza del potere – anche adesso che ha un partitino in cerca di consensi -, farà di tutto per non rimanere fuori dai giochi, ma ora che ha tirato troppo la corda con Conte, potrebbe davvero rischiare di essere sostituito dai forzisti. A meno che non abbia fatto la mossa dell’ultimatum perché ha già preso accordi con i dem per dare la poltrona di Palazzo Chigi a Zingaretti (o al massimo a Franceschini). 
 
Una cosa è certa: non si andrà a elezioni anticipate 
Insomma, al di là degli scenari, restano i fatti.  
Con questa fase 2 che fase 2 non è, e che scontenta tutti – cittadini, imprese, negozi, governatori, pezzi di maggioranza – perché non rimette in moto il Paese, non lo fa uscire dall’incubo coronavirus (anche adesso che R con zero e sotto 1 su tutto il territorio nazionale) – Conte l’ha fatta talmente grossa che forse non riuscirà a salvarsi in corner, con le aperture promesse per il 18 maggio, “se ci sarà il consenso degli esperti”.  
D’altro canto, posto che non si andrà per alcun motivo a elezioni anticipate e che al Paese serve una maggioranza per eleggere il successore di Mattarella, appare quasi scontata l’ora dei “responsabili”, delle “larghe intese”, magari piazzando il banchiere Draghi sulla poltrona che fu di Mario Monti.  
A quel punto dalla Commissione Ue ai mercati, sarebbero tutti contenti per l’Italia.  
 
Lo sarebbero molto meno gli italiani 
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