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Oggi il vertice Conte-Italia viva. I renziani possono far saltare il banco 
di Ninni Raimondi
 
Oggi è il giorno del vertice tra Giuseppe Conte e Italia viva. Obiettivo del premier è ricucire dopo che i renziani hanno minacciato lo strappo (non solo quindi il ministro dell’Agricoltura Teresa Bellanova che potrebbe dimettersi se i giallofucsia non dovessero attuare la maxisanatoria degli immigrati irregolari) sulle misure assistenzialiste dei 5 Stelle e soprattutto contro il ministro della Giustizia Bonafede. I renziani, forti del loro peso determinante al Senato potrebbero minacciare la sfiducia contro il Guardasigilli grillino (come avevano già fatto sulla prescrizione). Il premier, dal canto suo, intende accontentare il più possibile Iv per tenere unita la maggioranza. Ma i malumori tra i giallofucsia sono sempre più forti. 
 
I renziani mettono sul piatto il loro peso determinante al Senato 
“E’ chiaro che l’unico obiettivo dei renziani è logorare Conte, ma non si rendono conto che il Paese non capisce chi ora gioca allo sfascio”, dice una fonte del Pd all’Ansa. Per non parlare del M5S, che di certo non apprezza gli attacchi a Bonafede. “Oggi il passo avanti – è l’analisi di un dirigente renziano – è che si segna un punto politico: Conte ha capito che sulle dimissioni Teresa Bellanova fa sul serio. E ha realizzato di aver bisogno di Italia viva, perché i nostri 17 senatori sono determinanti per la maggioranza al Senato. Solo qualche giorno fa ci bollava come partito del 2%, ma se sarà 2% si vedrà quando voteremo mentre ora i 17 senatori Iv sono realtà e di ‘responsabili’ che ci rimpiazzino non se ne vedono all’orizzonte. Ora Conte dice di voler ascoltare: vedremo se alle parole seguiranno i fatti”. 
 
Oggi pomeriggio il vertice su Bonafede, “piano shock” e ripartenza 
Appuntamento fissato per oggi pomeriggio. Il premier vedrà Ettore Rosato, vicepresidente della Camera e coordinatore nazionale di Italia viva, Maria Elena Boschi e Davide Faraone, rispettivamente capogruppo di Italia viva alla Camera e al Senato. Nell’incontro, hanno fatto sapere i renziani, sul piatto della trattativa ci saranno tre questioni: il caso Bonafede e lo scontro con il magistrato Nino Di Matteo (con la mancata nomina nel 2018 dell’allora pm antimafia a capo del Dap), il “piano shock” e la ripartenza economica. Renzi ha intanto convocato un’assemblea di deputati e senatori di Iv sabato mattina alle 9, via Zoom. 
 
Il “decreto maggio” resta in stand by 
Insomma oggi è il redde rationem dopo i soliti “penultimatum” di Renzi. Mentre resta in stand by la trattativa nella maggioranza. Sul piatto ci sono le misure per famiglie e imprese che dovrebbero finire nel “decreto maggio” (ex “decreto aprile”). Ma soprattutto la questione regolarizzazione degli immigrati. Su questo fronte per il premier sarà complicato conciliare le richieste della Bellanova con i paletti dei 5 Stelle. Il ministro dell’Agricoltura chiede un contratto temporaneo per braccianti e colf stranieri non in regola di almeno sei mesi, rinnovabile di altri sei mesi. I grillini potrebbero concedere un permesso di massimo 1-2 mesi ma sono assolutamente contrari a una maxisanatoria (si parla di circa 600mila immigrati). La maggioranza è divisa su tutto e il decreto con le misure economiche slitta ancora. 
 
Conte: “Dobbiamo affrontare un periodo di grandi sofferenze” 
Il tempo stringe. Anzi è scaduto: famiglie e imprese sono ancora senza un euro nonostante la grave crisi economica scatenata dall’emergenza coronavirus. Conte, dal canto suo, non fa di meglio che ripetere i suoi ritornelli allarmistici: “Dobbiamo affrontare un periodo di grandi sofferenze“, ha detto nel corso dell’incontro con Rete Imprese Italia (Confesercenti, Confartigianato, Confcommercio, Cna, Casartigiani). Il premier ha chiesto agli imprenditori di “lavorare tutti insieme e affrettarsi per portare questa settimana in Cdm il decreto legge” sulle misure economiche. Come se dipendesse dagli imprenditori. E non dalla maggioranza, ancora spaccata su praticamente tutto. 
Licenza Creative Commons  7 Maggio 2020
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