Servizio  
 
 
 
Questo Sito non ha fini di lucro, né periodicità di revisione. Le immagini, eventualmente tratte dal Web, sono di proprietà dei rispettivi Autori, quando indicato.  Proprietà letteraria riservata. Questo Sito non rappresenta una Testata Giornalistica in quanto viene aggiornato senza nessuna periodicità. Pertanto non può essere considerato, in alcun modo, un Prodotto Editoriale ai sensi e per gli effetti della Legge n.62 del 7 Marzo 2001.
 
 
Scarica il PDF della situazione
Ogni individuo ha diritto alla libertà di opinione e di espressione incluso il diritto di non essere molestato per la propria opinione e quello di cercare, ricevere e diffondere informazioni e idee attraverso ogni mezzo e senza riguardo a frontiere.
Interni
Esteri
Cultura
Parolatio
Fondato e diretto, nel 2003, da Ninni Raimondi
Si avvisano i lettori che questo sito si serve dei cookie per fornire servizi e per effettuare analisi statistiche completamente anonime. Pertanto proseguendo con la navigazione si presta il consenso all' uso dei cookie..
I falchi del nord si portano a casa ben 26 miliardi di sconti sul bilancio Ue 
di Ninni Raimondi
 
I falchi del nord si portano a casa ben 26 miliardi di sconti sul bilancio Ue 
 
Se Giuseppe Conte canta ingiustamente vittoria per l’accordo sul Recovery fund raggiunto dopo 4 giorni e 4 notti di Consiglio Ue straordinario, chi davvero può tornare a casa in trionfo sono i falchi del nord. Sì, perché i cosiddetti Paesi “frugali” oltre ad aver vinto su tutti i fronti – più prestiti e meno sussidi, “freno di emergenza” per bloccare i soldi se un Paese non fa le riforme – hanno scucito un discreto gruzzolo alla Ue. Infatti Olanda, Austria, Svezia e Danimarca si portano a casa per i prossimi anni più di 26 miliardi di euro. Soldi veri, questi. Soldi che non hanno nulla a che fare con le clausole e i cavilli del Recovery fund. Si tratta infatti dei “rebate“, gli sconti ai contributi al bilancio Ue che i quattro Paesi, insieme alla Germania, versano nel prossimo quadro finanziario 2021-2027. 
 
Conte aveva puntato (inutilmente) il dito contro gli sconti 
Come ricorderete, Conte aveva puntato il dito contro questi “privilegi anacronistici” e anche altri Paesi membri avevano messo in dubbio la legittimità di questi “rebate” che alla fine sono veri e propri sconti. Ma i falchi del nord hanno fatto muro e i “rebate” sono stati uno dei punti su cui hanno tenuto in stallo il Consiglio Ue fino all’alba di questa mattina. E alla fine, questi sconti non solo sono stati confermati ma sono anche aumentati. Se questa non è una vittoria… 
 
Ecco quanto ci guadagnano Austria, Olanda, Danimarca e Svezia 
Nel dettaglio, del suo contributo al budget Ue, la Danimarca riceverà indietro 322 milioni di euro l’anno. Con i vecchi sconti prima riceveva 197 milioni. Anche la Svezia ci ha guadagnato: il suo sconto annuale è passato da 798 milioni a 1,06 miliardi. Ma questo è niente rispetto a quanto sconto hanno ottenuto Austria e Olanda. Il cancelliere Kurz può davvero esultare: è riuscito a raddoppiare lo sconto annuale per il suo Paese. L’Austria infatti riceverà un rimborso di 565 milioni di euro, a fronte dei 237 milioni dei vecchi sconti. Anche i Paesi Bassi possono davvero festeggiare: riceveranno 1,9 miliardi di euro. Il premier Rutte incassa un risultato notevole: secondo la prima bozza di accordo presentata dal presidente del Consiglio Ue Michel, il “rebate” per l’Olanda restava di 1,5 miliardi annui ma in cambio si lasciavano al 20% i costi di raccolta dei dazi doganali per conto della Ue, anziché ridurli al 10%. Ebbene, alla fine Rutte ha ottenuto che il margine sulle attività doganali che resta nelle casse olandesi venga aumentato fino al 25%. Alla fine lo sconto per i Paesi Bassi è di 1,931 miliardi. 
 
La vittoria dei falchi del nord è la sconfitta della Ue 
Il dato politico è che i falchi del nord hanno vinto su tutta la linea, imponendosi su Germania e Francia – ossia sui due Paesi che più contano nella Ue. E’ un precedente storico e che in un certo senso decreta la fine della Ue: d’ora in poi ogni singolo Stato membro, anche il più piccolo e meno influente potrà alzare la voce finché non otterrà quello che ha chiesto. La vittoria dei “frugali” (molto avidi, in realtà) è quindi la sconfitta della Ue. 
Licenza Creative Commons  21 Luglio 2020
2013
2014
2015
2016
2017
2018
2019