Questo Sito non ha fini di lucro, né periodicità di revisione. Le immagini, eventualmente tratte dal Web, sono di proprietà dei rispettivi Autori, quando indicato.  Proprietà letteraria riservata. Questo Sito non rappresenta una Testata Giornalistica in quanto viene aggiornato senza nessuna periodicità. Pertanto non può essere considerato, in alcun modo, un Prodotto Editoriale ai sensi e per gli effetti della Legge n.62 del 7 Marzo 2001.
 
 
Scarica il PDF della situazione
Interni
Esteri
Cultura
Parolatio
Fondato e diretto, nel 2003, da Ninni Raimondi
Si avvisano i lettori che questo sito si serve dei cookie per fornire servizi e per effettuare analisi statistiche completamente anonime. Pertanto proseguendo con la navigazione si presta il consenso all' uso dei cookie..
Il Punto
Contro il marxismo autostradale 
di Ninni Raimondi
 
Contro il marxismo autostradale 
Peggio del più ottuso comunismo 
 
L’uomo è soggetto alle leggi, o le leggi sono soggette agli uomini? 
La differenza tra un paese moderno e uno feudale è che, nell’uno, l’uomo è soggetto alle leggi, mentre nell’altro le leggi sono soggette agli uomini. In Italia, troppo spesso stiamo scivolando verso questo secondo modello: lo si vede drammaticamente nella vicenda Autostrade. 
 
Intendiamoci:  
Le responsabilità di Autostrade per l’Italia in merito alla tragedia del Ponte Morandi, oltre che alla paralisi del sistema ligure, sono tutte da accertare. Se il Governo ritiene (o riterrà) che Aspi sia venuta meno ai suoi obblighi, fa bene a procedere con tutti gli strumenti che la legge mette a disposizione per tutelare l’interesse pubblico: al limite, con la revoca della concessione. Sarà poi un giudice, a fronte dell’eventuale ricorso, a dire se c’erano i presupposti. Tutto questo è possibile perché esistono delle norme (inclusa la Costituzione) e degli atti giuridici (per esempio, la revoca della concessione). 
 
Invece nel nostro paese sta succedendo qualcosa di completamente diverso. Il presidente del consiglio, intervistato dal Fatto Quotidiano, ha fatto pienamente sue le posizioni più estremistiche: non ha attaccato Aspi per la sua inadeguatezza, e neppure Atlantia in quanto azionista di controllo, ma la famiglia Benetton, in quanto principale azionista di Atlantia. “I Benetton – ha dichiarato – non hanno ancora capito che questo governo non accetterà di sacrificare il bene pubblico sull'altare dei loro interessi privati”. Queste parole, seppure con toni diversi, hanno trovato sponda nelle prese di posizione del Movimento 5 stelle, del Partito democratico e, in modo appena più sfumato, di Italia Viva. 
In sostanza, il governo non si sta muovendo nell’ottica di ripristinare una condizione di giustizia o, al limite, di chiedere ad Aspi di risarcire gli italiani per la sua incuria. In caso contrario, avrebbe preso sul serio la lettera con cui la stessa Aspi si impegnava ad accettare tutte le richieste dell’esecutivo in tema di tariffe, investimenti e sicurezza (cioè tutti gli aspetti con rilevanza pubblica). Al governo interessa eliminare (o diluire) la presenza dei Benetton nell’azionariato di Atlantia e prendere, attraverso Cdp, il controllo di una società che, peraltro, non è attiva solo in Italia ma anche in molti altri paesi europei ed extraeuropei. 
 
L’interesse degli italiani non dipende da chi controlla Aspi, ma da come opera.  
Focalizzando l’intera sua azione in un maldestro tentativo di esproprio, il governo sta dando una lezione di comunismo sovietico. 
 
 
   Il Punto 
 
Ninni Raimondi 
Licenza Creative Commons  21 Luglio  2020
2013
2014
2015
2016
2017
2018
2019