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Farinetti continua a farci la morale, intanto Fico è un buco nero di perdite 
di Ninni Raimondi
 
Farinetti continua a farci la morale, intanto Fico è un buco nero di perdite 
 
Oltre tre milioni di perdite su poco più di 30 di ricavi non è quel che si può definire un gran risultato. Come dire – forziamo la mano, giusto per dare un’idea delle dimensioni del fenomeno – che all’incirca ogni 10 euro di incasso si trasformano in un rosso di bilancio da un euro. Una macchina mangia soldi, praticamente. Firmata Natale (ai più noto come Oscar) Farinetti e la sua ultima creazione: Fico. 
 
Fico: un buco (nero) nell’acqua 
E pensare che Fabbrica italiana contadina – questo il nome per esteso di Fico -, il parco tematico creato da Farinetti (insieme alle onnipresenti Coop) alle porte di Bologna, doveva “racchiude[re] la meraviglia della biodiversità italiana”, attirando curiosi da ogni parte del mondo. 
 
La biodiversità italiana c’è e vive di vita propria, Fico un po’ meno. E con gli ingressi va ancora peggio: il luna park dell’ex patron di Unieuro attira poco più di un milione e mezzo di visitatori paganti l’anno, certo non pochi ma evidentemente insufficienti a tenere in piedi la baracca. Appesantendo così anche i conti di Coop Alleanza 3.0, che di Fico è socia al 50% (l’ha ricevuta in dote da Coop Adriatica) e già di per sé non naviga in brillantissime acque. 
 
Farinetti continua a farci la morale 
Certo, ci sono state due recessioni quasi consecutive e la terza è in arrivo, senza alcuna certezza su come ne usciremo. Se a ciò aggiungiamo le misure di confinamento, con le chiusure imposte urbi et orbi, il 2020 sarà letteralmente devastante per l’ultima nata nella casa del patron di Eataly. Il quale, tuttavia, non smette di pontificare: non più tardi di quattro mesi fa proponeva il prelievo forzoso sui conti correnti (“troviamo i modi migliori, il nome più suadente per dire patrimoniale”: troppa grazia…), mentre nel 2014 si diceva convinto della necessità di trasformare il Sud Italia in un grande resort per ricchi annoiati. 
 
La morale in pubblico, i vizi in privato: stiamo parlando dello stesso soggetto che, mentre si spaccia per difensore delle specialità agroalimentari made in Italy, non si fa particolari problemi a cedere uno storico marchio come Lurisia ad una multinazionale straniera. Non sarebbe meglio che pensasse ai conti di Fico prima di spiegare agli altri come si fa a stare al mondo? 
Licenza Creative Commons  6 Agosto  2020
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