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Mostra della Rivoluzione Fascista: recuperato il patrimonio rubato dall’Archivio di Stato 
di Ninni Raimondi
 
Mostra della Rivoluzione Fascista: recuperato il patrimonio rubato dall’Archivio di Stato 
 
I “mille labari” tornano all’Archivio di Stato. Lo straordinario patrimonio della Mostra della Rivoluzione Fascista, dal valore stimato di circa 5 milioni di euro, fu rubato circa due mesi fa ed è stato recuperato adesso dal Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale. Un vero e proprio tesoro costituito da gagliardetti, bandiere dei fasci di combattimento e 970 labari che accompagnarono la marcia su Roma il 28 ottobre 1922. 
Era scomparso dall’Archivio di Stato in circostanze ancora in corso di approfondimento, con le indagini avviate dalla Sezione Antiquariato del Reparto Operativo, in seguito alla denuncia presentata lo scorso giugno dal direttore dell’ente in cui il patrimonio era custodito. Inutile dire che parliamo di cimeli unici, molto ambiti da collezionisti senza scrupoli disposti a pagare milioni di euro per appropriarsene. Anche solo per un labaro, qualcuno sarebbe disposto probabilmente a spendere migliaia di euro. Non a caso sembra che l’intera refurtiva sia finita nelle disponibilità di un collezionista romano, un ignaro amatore persuaso di aver recuperato questo patrimonio. Tra le bandiere e i gagliardetti ritrovati dai carabinieri, ve ne sono alcuni in tessuto di colore rosso che appartenevano ai movimenti antifascisti. 
 
Le mostre del Ventennio 
I cimeli vennero esposti per la prima volta nel 1932, in occasione del decennale della Marcia su Roma che durò due anni presso il Palazzo delle Esposizioni di via Nazionale della capitale. Poi, nell’ottobre 1934, tutto il materiale (ivi compreso quello non esposto e lasciato nei depositi della mostra) fu trasferito alla Galleria nazionale d’arte moderna a Valle Giulia, dove occupò un’intera ala dell’edificio. Venne poi nuovamente esposto nel 1942, in occasione del ventennale della Marcia su Roma. Infine, con l’istituzione della Repubblica Sociale Italiana nel 1943, fu imballato insieme ad altro importante materiale d’epoca e collocato al Museo Lapidario di Salò. Lì le casse non furono mai aperte e vennero rinvenute il 27 maggio 1945. 
 
Chi ha rubato i “mille labari”? 
Va detto comunque che precedentemente, il 5 giugno 1944, alcuni partigiani del Partito d’Azione entrano nei locali della mostra e sottrassero vari oggetti, tra cui elmi e bandiere. A guerra finita l’intero patrimonio, compresa una corposa documentazione archivistica, venne trasferito presso l’Archivio del Regno dopo indagini del Commissariato per le sanzioni contro il fascismo. Adesso, dopo il furto e la refurtiva recuperata, i carabinieri del Reparto Operativo del TPC stanno cercando di far luce sulla recente vicenda. Chi e in che modo era riuscito a rubare i “mille labari”? 
Licenza Creative Commons  27 Agosto  2020
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