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Crisi di governo, Conte in bilico ma non si dimette. Vuole la conta in Aula 
di Ninni Raimondi
 
Crisi di governo, Conte in bilico ma non si dimette. Vuole la conta in Aula 
 
Giuseppe Conte vuole congelare la crisi di governo scatenata da Matteo Renzi, per andare alla conta in Aula quando avrà i numeri dei responsabili. Il premier dunque non vuole dimettersi, almeno per adesso e nonostante le pressioni del Pd di salire oggi stesso al Quirinale. Anzi, a quanto pare vuole assumere su di sé ad interim anche i ministeri lasciati vacanti dalle renziane Bellanova e Bonetti. 
 
Conte prende tempo “per il bene del Paese” 
Il premier dunque prende tempo, “per il bene del Paese”, dice. Si prende il tempo necessario per “approvare provvedimenti fondamentali”. Ma la crisi di governo c’è, al di là del confronto in Aula, e Conte non può fare finta di niente. A maggior ragione che Mattarella ha chiesto di uscire dall’incertezza il prima possibile. Dal canto suo, l’ex avvocato del popolo oggi strenuo difensore della sua poltrona, forte del sostegno di Pd e M5S – #AvanticonConte è la parola d’ordine sui social -, intende trovare i numeri per un Conte ter e “asfaltare” Renzi in Aula. Come fece con Salvini all’epoca della crisi agostana. 
 
Il premier attacca Italia Viva: “Gesto di grave responsabilità, notevole danno al Paese” 
Ieri, dopo che Matteo Renzi ha annunciato in conferenza stampa l’uscita dal governo da parte di Italia Viva, il premier è andato su tutte le furie. Sì perché, pressato da tutti – in primis dal Colle, a quanto pare -, aveva provato a tendere la mano al leader di Iv. Ma ormai era troppo tardi. Quindi Conte ha accettato le dimissioni (inviate via mail poco prima l’annuncio di Renzi) del ministro dell’Agricoltura Bellanova, del ministro per la Famiglia Bonetti e del sottosegretario agli Esteri Scalfarotto. Poi è andato al contrattacco. Il premier ha parlato di “grave responsabilità” e “notevole danno al Paese” da parte di Renzi. Un gesto che non può essere sminuito. Ha assicurato di aver cercato “fino all’ultimo utile” il dialogo ma il terreno è stato “disseminato di mine”. E’ convinto (a buon diritto) che il leader di Iv lo voglia “politicamente morto”. 
 
Conte vuole la rappresaglia in Aula contro Renzi 
Ecco perché ora Conte vuole la rappresaglia contro Renzi, che ha osato giudicarlo. “Il re è nudo. Conte ha creato un vulnus democratico, ha violato le regole democratiche“, ha detto ieri il leader di Iv. Quindi, con la scusa delle scadenze, il premier può provare a lavorare alla rappresaglia in Aula con il supporto dei famigerati responsabili. 
 
Conte andrà in Parlamento “subito dopo aver approvato scostamento di bilancio e decreto Ristori” 
Ma questo scenario – e Mattarella in questo senso è stato chiarissimo – non solo è difficilmente praticabile ma non sarebbe avallato dal Quirinale. Senza una nuova maggioranza, solida e stabile, niente reincarico. Tuttavia tra i giallofucsia c’è chi rassicura il premier: “Nascerà un nuovo gruppo a sostegno di Conte“. Staremo a vedere. Intanto, obtorto collo, l’ex avvocato del popolo conferma che andrà in Parlamento “subito dopo aver approvato scostamento di bilancio e decreto Ristori”, con l’intenzione di “sottoporsi alle regole della nostra democrazia”. Nel frattempo, ovviamente, spera di avere i numeri per non dover mollare la poltrona. 
 
14 Gennaio 2021