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Fondato e diretto, nel 2003, da Ninni Raimondi
Chi ha paura di una via ai martiri delle Foibe? Il caso di Arco 
 
di Ninni Raimondi
 
Chi ha paura di una via ai martiri delle Foibe? Il caso di Arco 
 
Tergiversare su una via ai martiri delle Foibe. Sembra assurdo nel 2021 ma è quello che sta accadendo ad Arco, comune tra i più importanti della Provincia di Trento. Ma facciamo un passo indietro. 
 
È agosto 2019 quando il consiglio comunale arcense si trova a discutere una mozione, proposta da CasaPound e portata avanti dall’allora minoranza, per intitolare una piazza o una via alle migliaia di italiani infoibati dai partigiani titini sul finire della seconda guerra mondiale. La mozione passa a sorpresa, nonostante l’ostruzionismo del sindaco Pd Betta e gli interventi negazionisti del consigliere di sinistra Tommaso Uliveri, balzato poi agli onori della cronaca per aver gioito dell’avanzata del Covid in Lombardia e Veneto, regioni colpevoli secondo Ulivieri di essere “leghiste”. Decisivi i voti di alcuni esponenti della maggioranza che di fatto quel giorno si spacca definitivamente. 
 
Martiri delle Foibe, il silenzio della giunta di Arco 
Torniamo ad oggi. Mancano pochi giorni alla Giornata del Ricordo istituita dalla legge n.92 del 30 marzo 2004 e dal sindaco arcense, nel frattempo rieletto, ancora nessuna risposta. La commissione urbanistica, che dovrebbe decidere la collocazione della via o della piazza, addirittura non viene convocata da settimane. Ad intervenire è quindi nuovamente CasaPound che con un’azione di difesa della memoria storica ha voluto intitolare autonomamente una via ai martiri delle Foibe. 
 
“Un disinteresse – si legge nella nota del movimento – certamente figlio di un revisionismo storico che non vuole accettare uno dei capitoli più sanguinosi della storia d’Italia, un revisionismo che oltraggia la memoria di tutti gli italiani infoibati e lascia emergere pericolosamente ancora una volta la bassezza di una politica fatta di autocompiacimento, una politica incapace di comprendere il significato di giustizia. Ci chiediamo quindi, per rispetto delle migliaia di infoibati e di tutti gli esuli istriani, fiumani e dalmati cosa intenda fare il sindaco a Betta: se ignorare la storia o seguire il mandato democratico assegnatogli”. Resta da capire ora cosa farà il sindaco di Arco. Se continuerà ad ascoltare i deliri negazionisti all’interno della sua giunta o tributerà finalmente il ricordo che questa immane tragedia merita. 
Licenza Creative Commons  9 Febbraio 2021