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Arcuri, le intercettazioni choc dei suoi mediatori: “Speriamo nel lockdown” 
di Ninni Raimondi
 
Arcuri, le intercettazioni choc dei suoi mediatori: “Speriamo nel lockdown” 
 
Intercettazioni choc quelle nell’ambito dell’inchiesta sull’affidamento, del valore di 1,25 miliardi di euro,  dal Commissario straordinario per l’emergenza Covid-19 Domenico Arcuri in favore di 3 consorzi cinesi. Obiettivo: l’acquisito di oltre 800 milioni di mascherine. L’operazione è stata effettuata grazie a mediatori di alcune imprese italiane. 
 
Inchiesta sui consorzi cinesi contattati da Arcuri 
Secondo Huffington post, sarebbero otto gli indagati dalla procura di Roma, tra imprenditori e giornalisti. Nel procedimento coinvolte anche quattro società: la Sunsky srl, Partecipazioni Spa, Microproducts It Srl e Guernica Srl. Le accuse della procura sono di ricettazione, riciclaggio, traffico di influenze illecite in concorso e aggravato dal reato transnazionale, illeciti amministrativi in materia di responsabilità amministrativa degli enti. Le imprese italiane nel ruolo di “mediatori” avrebbero percepito commissioni per decine di milioni. Soldi non erogati dalla struttura del Commissario. 
 
I “mediatori” tifavano lockdown 
Dalle intercettazioni emerge come uno dei  mediatori indagati “tifasse Covid”, o per meglio dire un nuovo lockdown, per il proprio lucro: “Singolare, quanto raccapricciante – si legge nel decreto di sequestro – l’aspettativa dell’indagato Jorge Solis che a novembre “esploda”, cioè ci sia un lockdown nazionale perché da questo si attende lucrosi affari”. Secondo il Pm, “gli affaristi cercano mediatori che abbiano credito da spendere verso il commissario Arcuri, quale modalità per entrare in affari con il governo italiano”. 
 
Migliaia di contatti con Arcuri fino a maggio 
Si legge ancora nella ricostruzione del pubblico ministero: “Risalta la comune convinzione che soltanto una personale entratura verso il commissario straordinario possa consentire queste mediazioni a preferenza di ogni altro possibile interessato”. I contatti tra Arcuri e uno dei “mediatori” indagati sono 1280 tra gennaio e maggio.  Dal 7 maggio si interrompono: “Circostanza confermata – si legge ancora nel provvedimento – dal servizio di intercettazione telefonica avviato il 30 settembre 2020, che non ha captato alcuna comunicazione tra le due utenze, ciò benché tanto la cordata Benotti/Tommasi, quanto Jorge Solis abbiano insistentemente ricercato il rapporto con Arcuri, avendo intenzione di proporgli nuovi affari (dai tamponi rapidi, ai guanti chirurgici, a nuove forniture di mascherine)”.  Tentativi infruttuosi di ricontattare il commissario straordinario vengono confermati anche dai suoi portavoce:  
 
Dalle ultime risultanze investigative che hanno determinato oggi il sequestro dei beni degli indagati nella cosiddetta “inchiesta delle mascherine” risulta evidente che la struttura commissariale e il commissario Arcuri (estranei alle indagini) sono stati oggetto di illecite strumentalizzazioni”. 
 
19 Febbraio 2021