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Fondato e diretto, nel 2003, da Ninni Raimondi
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Campagna vaccinale, tante chiacchiere e zero fatti 
di Ninni Raimondi
 
Campagna vaccinale, tante chiacchiere e zero fatti 
 
Su tutti i canali televisivi, su tutti i giornali, su tutte le reti pubbliche e private, l’argomento del giorno è la campagna vaccinale. E mai la discussione si fa così accesa come quando uno o l’altro esponente del governo o dell’establishment promettono che entro una certa data si avrà un certo quantitativo di vaccini. L’ultima uscita (di Figliuolo) era: entro breve avremo 500mila vaccini al giorno. Bene. Oggi il governo sta aspettando, con il cappello in mano, che arrivi qualche centinaio di migliaio di dosi. E bisogna vedere di che vaccino. 
 
Nessuno vuole più l’AstraZeneca 
Sì, perché sembra ormai che l’AstraZeneca lo vogliano in pochissimi (giusto ieri Musumeci ha dato l’allarme: l’80% dei siciliani non lo vuole). E sfidiamo, vien da dire: prima si dice che va bene per gli over 60, poi per gli under, poi che va bene per tutti, poi che è pericoloso per tutti. Hanno chiesto all’Ema di valutare il rischio. L’Ema ha risposto: è possibile ipotizzare una relazione causale fra trombosi e vaccino AstraZeneca. Ma che scoperta! Ma guarda un po’! Che sia possibile già lo sapevamo: è perché è possibile concepirla che è stato chiesto un parere; se non fosse stato possibile, non ci sarebbe stato bisogno del parere dell’Ema. 
Insomma, parliamoci chiaro: l’Ema ha dato una non risposta e non serve un esperto di logica modale per rendersene conto. Una non risposta comoda, però: ognuno ha potuto fare come ha voluto. E così, i nostri cari governanti, che ormai hanno completamente perso il contatto col Paese reale, con la sensibilità della gente e coi problemi delle persone, hanno ben pensato di continuare nella campagna vaccinale. Prima si è detto che si sarebbe continuato a vaccinare tutti; poi, solo gli over 60. 
Naturalmente, chi si va a fidare di gente che cambia opinione ogni tre minuti su una roba che ti devono mettere in corpo e che non si sa cosa causa? Che è? Non siamo mica al mercato della frutta. Una cassa 10 euro, no 9 signora, per lei, che è cliente affezionata, 8! La gente non si è fidata. Esito prevedibile. Invece, niente. E ora? Ora la situazione è pessima: i soli vaccini che abbiamo, noi che abbiamo voluto comprare quelli che costavano meno, è l’AstraZeneca. Solo che la gente non vuole vaccinarsi con quel vaccino. Produrlo da noi, dicono alcuni? Sì, sì: ora che avviamo la produzione arriviamo all’inverno. A essere generosi. 
 
Tutta la schizofrenia della campagna vaccinale 
Però, ragazzi, stiamo calmi, perché Draghi ha fatto una scoperta. Ha capito, a due mesi dalla presa di servizio, che bisogna vaccinare prima gli anziani. Ma guarda un po’. Presidentissimo Draghi, Lei ci stupisce come non mai. E cosa ha fatto, quando gli è arrivata questa illuminazione divina? Ha ben pensato di rimangiarsi quanto fatto in precedenza, combinando un disastro ancora peggiore. Prima ha fatto un’ordinanza con la quale raccomandava a certe categorie di vaccinarsi. Poi, sputando su queste categorie e arrivando a definirli, implicitamente, dei furbi e dei salta-fila, ha ben pensato di bloccare la campagna vaccinale a metà e di devolvere tutte le dosi agli anziani. 
Giustissimo. Peccato ci sia pieno di professori, psicologi, operatori sanitari, ecc. che si è fatta la prima dose e ora rimane senza la seconda. Insomma, milioni di dose buttate via? Eppure, il ragionamento non era difficile: fatto il danno – perché è vero che è stato assurdo vaccinare i trentenni prima degli ottantenni (salvo che nel caso di chi lavora in ospedale) – si dovevano ultimare le vaccinazioni. Così, si riduceva il danno al minimo (avendo come effetto positivo perlomeno la vaccinazione di una parte della popolazione) e si poteva partire con gli anziani. E la triste barzelletta non finisce qui. 
 
Ci pensa Draghi. O no? 
Uno potrebbe dire: hanno buttato un bel po’ di vaccini, ma almeno si sono concentrati sugli anziani. Lì almeno andranno ben veloci, ora sì che si fa sul serio. Certo. Peccato che si sta già parlando con una certa insistenza di posticipare la somministrazione della seconda dose (agli anziani). Perché? Perché se non ci sono dosi, la campagna vaccinale si va esaurendo. E non solo. Pare addirittura che persino il Johnson & Johnson andrà incontro a delle limitazioni. E se poi arrivano altre varianti (per esempio, quella giapponese, che si dice resista ai vaccini)? Cosa diranno ai ristoratori? Cosa ai proprietari delle palestre? Ai parrucchieri? Agli estetisti? Cosa pensano di fare? Di procedere con l’arcobaleno, con i colori (oggi sei bianco tu, domani io, e dopodomani tutti e due rossi)? Col sistema dei colori, che non funziona? Prendete il caso Sardegna: prima bianca (la sola in Italia); poi, tre settimane ed è rossa. 
 
Ma che sistema è?  
Come si può garantire un minimo di organizzazione a chi ha un’attività? E cosa dire di quegli studi che sostengono che la curva dei contagi è endemica, cioè che, per dirla in breve, l’andamento è lo stesso nei Paesi che hanno attuato i lockdown e in quelli che non li hanno attuati? Se è vero, con che faccia si presenteranno agli elettori Conte, Di Maio, Draghi e tutta la bella compagnia? Non preoccupiamoci troppo. C’è Draghi, ci penserà lui, lui che con la sua parola decideva in che direzione andavano le borse, farà cambiare direzione anche al virus. Il virus dirà: aspetta un po’, però, prima c’era Conte, adesso c’è Draghi, insomma, il super-colto, il genio, il grande economista, aspetta che lo ascolto un attimo, e magari mi calmo. Così dirà… o forse no. 
 
12 Aprile  2021