Gli emendamenti
La Costituzione è stata emendata in diciassette occasioni dal 1791, in quanto i primi dieci dei ventisette emendamenti vennero ratificati dagli stati simultaneamente. I cambiamenti più importanti avvennero nell'arco di due anni dall'adozione della costituzione. In quel periodo vennero aggiunti i primi dieci emendamenti, noti come "Carta dei Diritti" (Bill of Rights).
Molti studiosi hanno fatto notare il numero relativamente piccolo di emendamenti alla costituzione. Alcuni attribuiscono questo fatto alla semplicità della Costituzione e alla sua flessibilità, in quanto viene continuamente reinterpretata dalle corti di giustizia. Altri comunque ritengono che i cambiamenti demografici abbiano dato troppo potere agli stati più piccoli, sopprimendo così quelle che reputano essere riforme necessarie.
La Carta dei diritti (Bill of Rights) degli Stati Uniti
La Carta dei Diritti consiste dei primi dieci emendamenti della Costituzione, tutti approvati nei primissimi anni di storia della nuova federazione, e condivide il tema della limitazione del potere del governo federale. Essi vennero aggiunti come conseguenza delle obiezioni mosse alla Costituzione durante i dibattiti sulla ratifica negli stati e basate sulle critiche del nuovo documento (incluse quelle di Thomas Jefferson, che era all'estero durante la stesura della Costituzione); l'obiezione più diffusa era che un forte governo centrale avrebbe tiranneggiato i cittadini se lasciato senza vincoli. Nel settembre 1789 Il Congresso approvò questi emendamenti in un blocco di dodici e le legislature di un numero sufficiente di stati ratificarono dieci di questi dodici entro il dicembre 1791; essi divennero quindi parte del principale documento giuridico dello Stato.
Originariamente la Carta dei diritti non era intesa per applicarsi agli Stati; ad esempio, alcuni Stati nei primi anni dello Stato stabilirono una religione ufficiale. Questa interpretazione degli emendamenti rimase fino al 1868, quando venne approvato il XIV emendamento, che in parte dichiara:
«Nessuno Stato farà o metterà in esecuzione una qualsiasi legge che limiti i privilegi o le immunità dei cittadini degli Stati Uniti; né potrà qualsiasi Stato privare qualsiasi persona della vita, della libertà o della proprietà senza un processo nelle dovute forme di legge; né negare a qualsiasi persona sotto la sua giurisdizione l'eguale protezione delle leggi.»
La Corte suprema ha interpretato questa clausola per estendere alcune, ma non tutte, le parti della Carta dei diritti agli Stati. Ciononostante l'equilibrio tra potere statale e federale è rimasto luogo di scontro nella Corte Suprema; ad esempio, un caso recente ha dovuto stabilire se uno Stato può essere citato in giudizio da un impiegato in base all'Americans with Disabilities Act del 1990.
Un'undicesima proposta, riguardante il compenso dei membri del Congresso, rimase non ratificata fino al 1992, quando la legislatura di un numero sufficiente di Stati l'approvò e, come risultato, divenne il XXVII emendamento, nonostante sia rimasto in sospeso per più di due secoli. Una dodicesima proposta — ancora tecnicamente pendente davanti alle legislature di Stato per la ratifica — riguarda l'aggiustamento delle quote della Camera dei rappresentanti dopo ogni censimento decennale. Lo Stato i cui legislatori hanno ratificato più di recente questo emendamento è il Kentucky durante il primo mese di esistenza come Stato degli Stati Uniti nel 1792.
Gli Emendamenti
I dieci emendamenti noti come Carta dei diritti sono ancora nella forma in cui vennero adottati oltre due secoli fa.
Il primo emendamento garantisce la libertà di culto, parola e stampa, il diritto di riunirsi pacificamente e il diritto di appellarsi al governo per correggere i torti. Esso inoltre proibisce al Congresso di "fare alcuna legge per il riconoscimento di qualsiasi religione" — rendendo questo emendamento un campo di battaglia delle guerre culturali della fine del XX secolo.
Il secondo emendamento garantisce il diritto di possedere armi; l'idea era quella che una nazione è veramente libera solo quando riesce a difendersi da sola. Questo emendamento oggigiorno è molto contestato, ma ai tempi era assai giustificato data la presenza di indiani e altri pericoli della natura selvaggia. Se tale diritto sia esteso ai privati cittadini o solo alle milizie statali è stata questione di acceso dibattito, e le varie corti hanno interpretato il suo significato in diversi casi sin dal 1900. Tuttavia nel luglio del 2008 la Corte suprema degli Stati Uniti ha riconosciuto il diritto dei cittadini di possedere armi, dichiarando incostituzionale la legge del distretto di Columbia che invece ne vietava ai residenti il possesso. È così stabilito il diritto individuale dei cittadini statunitensi a essere armati annullando la legge che da trentadue anni proibiva di tenere in casa una pistola per difesa personale nella città di Washington. La sentenza ha fornito un'interpretazione definitiva al secondo emendamento della Costituzione che dal 1791 sancisce il diritto di portare le armi.
Il terzo emendamento prevede che le truppe non possano essere acquartierate in abitazioni private senza il consenso del proprietario. Prima della guerra d'indipendenza, nel 1765 e 1774, il Parlamento britannico aveva imposto ai coloni americani, con i Quartering Acts, di fornire vitto e alloggio ai soldati britannici operanti nell'area qualora si fosse reso necessario. I Quartering Acts erano stati tra le principali fonti di tensione tra il governo di Londra e i coloni, e la presenza dei soldati nelle case private fu tra la rimostranze citate nella Dichiarazione d'Indipendenza.
Il quarto emendamento difende da perquisizioni, arresti e confische irragionevoli.
I quattro emendamenti successivi trattano il sistema della giustizia.
Il quinto emendamento sancisce: "Nessuno sarà tenuto a rispondere di reato, che comporti la pena capitale, o che sia comunque grave, se non per denuncia o accusa fatta da un "Grand Jury" (in italiano "gran giurì"), a meno che il caso riguardi membri delle forze di terra o di mare, o della milizia, in servizio effettivo, in tempo di guerra o di pericolo pubblico; e nessuno potrà essere sottoposto due volte, per un medesimo reato, a un procedimento che comprometta la sua vita o la sua integrità fisica; né potrà essere obbligato, in qualsiasi causa penale, a deporre contro sé medesimo, né potrà essere privato della vita, della libertà o dei beni, senza un giusto processo; e nessuna proprietà privata potrà essere destinata a uso pubblico, senza equo indennizzo".
Il sesto emendamento garantisce un processo penale rapido e pubblico. Richiede il processo da parte di una giuria (di pari), garantisce il diritto alla difesa per l'accusato, e prevede che i testimoni debbano assistere al processo e testimoniare in presenza dell'accusato.
Il settimo emendamento garantisce un processo davanti a una giuria per le controversie civili il cui valore sia superiore ai 20 dollari.
L'ottavo emendamento vieta le cauzioni e le multe eccessive, e le punizioni crudeli o inusitate.
Gli ultimi due dei dieci emendamenti contengono dichiarazioni di autorità costituzionale di ampio respiro.
Il nono emendamento dichiara che l'elenco dei diritti individuali non è inteso come esaustivo; che il popolo ha altri diritti non specificamente menzionati nella Costituzione.
Il decimo emendamento prevede che i poteri che non sono delegati dalla Costituzione al governo federale, o da essa non vietati agli Stati, sono riservati ai rispettivi Stati o al popolo.
La Carta dei Diritti e gli emendamenti successivi hanno posto alcuni diritti umani fondamentali al centro del sistema legale statunitense e sono serviti da modello per altri.
Emendamenti successivi (11-27)
Gli emendamenti alla costituzione successivi alla Carta dei Diritti, coprono un'ampia gamma di argomenti. La maggioranza dei diciassette emendamenti successivi trae origine dal continuo sforzo di espandere le libertà individuali, civili o politiche, mentre alcuni riguardano la modifica delle strutture basilari del governo disegnate a Filadelfia nel 1787.
Ci sono stati anche molti tentativi falliti di emendare la Costituzione. Alcuni di questi sono tutt'oggi in corso.
XI emendamento (1795): chiarifica il potere giudiziario sui cittadini stranieri e limita la capacità dei cittadini di citare in giudizio gli stati. (testo)
XII emendamento (1804): cambia il metodo delle elezioni presidenziali.
XIII emendamento (1865): abolisce la schiavitù. (testo)
XIV emendamento (1868): definisce ulteriormente i "Cittadini Statunitensi" e include le clausole di "privilegi e immunità", "giusto processo" e "pari protezione"; regola le elezioni al Congresso; impedisce agli Stati di infrangere protezioni costituzionali quali la "Carta dei Diritti" e altri "diritti fondamentali" dei cittadini e delle persone sotto la giurisdizione degli Stati Uniti. (testo)
XV emendamento (1870): assicura il diritto di voto agli ex-schiavi. (testo)
XVI emendamento (1913): autorizza la tassa sul reddito. (testo)
XVII emendamento (1913): stabilisce l'elezione diretta dei senatori. (testo)
XVIII emendamento (1919): proibisce il consumo e la produzione di bevande alcoliche (Annullato dal XXI Emendamento). (testo)
XIX emendamento (1920): assicura il diritto di voto alle donne. (testo)
XX emendamento (1933): cambia i dettagli del mandato del Congresso e del Presidente, e della successione presidenziale. (testo)
XXI emendamento (1933): annulla il XVIII Emendamento, ma permette agli Stati di vietare l'importazione di alcolici. (testo)
XXII emendamento (1951): limita a due i mandati di un presidente. (testo)
XXIII emendamento (1961): concede elettori presidenziali al Distretto di Columbia. (testo)
XXIV emendamento (1964): abolisce le tasse elettorali. (testo)
XXV emendamento (1967): cambia i dettagli della successione presidenziale, fornisce regole per la rimozione temporanea del Presidente e per la sostituzione del Vicepresidente. (testo)
XXVI emendamento (1971): concede il diritto di voto ai diciottenni. (testo)
XXVII emendamento (1992): limita l'aumento degli stipendi del Congresso. (testo)
Emendamenti bocciati
Oltre 10.000 emendamenti alla Costituzione sono stati sottoposti al Congresso fin dal 1789; in un tipico anno congressuale, da diversi decenni, ne vengono proposti tra 100 e 200. La maggior parte di queste proposte non esce mai dai comitati del Congresso, molti meno vengono passati dal Congresso. I sostenitori di alcuni emendamenti hanno tentato il metodo alternativo menzionato nell'Articolo V, ma nessuna proposta di questo tipo ha mai fatto abbastanza strada da essere considerata da tutte le legislature degli stati.
Il XVIII emendamento è l'unico a essere stato specificamente e direttamente annullato da un altro (il XXI). L'episodio mise in evidenza l'importanza di proporre e ratificare solo i più importanti, e meno evanescenti, tra gli emendamenti.
Dei trentatré emendamenti che sono stati proposti dal Congresso, sei hanno fallito la ratifica da parte dei richiesti tre quarti delle legislature statali — e quattro di questi sei sono ancora tecnicamente pendenti di fronte ai legislatori statali. A partire dal XVIII emendamento, ogni emendamento proposto (eccetto il XIX e l'ancora pendente emendamento sul lavoro minorile del 1924) ha specificata una data di termine per l'approvazione. I seguenti sono gli emendamenti bocciati:
Il dodicesimo emendamento non ratificato, proposto dal I Congresso il 25 settembre 1789, definiva una formula per stabilire quanti membri avrebbe avuto la Camera dei Rappresentanti dopo ogni censimento decennale. Ratificato da 11 stati, l'ultimo dei quali fu il Kentucky nel 1792, questo emendamento non ha una data di scadenza e potrebbe essere ancora ratificato.
Il cosiddetto tredicesimo emendamento mancante, "emendamento del titolo nobiliare", proposto dall'XI Congresso il 1º maggio 1810, che avrebbe tolto la cittadinanza a qualsiasi statunitense che avesse accettato "qualsiasi onore o titolo nobiliare" da qualsiasi potenza straniera. Un piccolo numero di persone sostiene che questo emendamento venne in effetti ratificato dalla legislatura di un numero sufficiente di stati, e che è stato rimosso illegalmente dalla Costituzione. Ratificato con sicurezza dai legislatori di almeno dodici stati, l'ultimo nel 1812, questo emendamento non ha data di termine e può ancora essere ratificato.
Una proposta a favore della schiavitù, nota come Emendamento Corwin, proposta dal XXXVI Congresso il 2 marzo 1861 che avrebbe presumibilmente impedito il passaggio di qualsiasi futuro emendamento costituzionale che permettesse al Congresso di regolare "le istituzioni domestiche" interne a qualsiasi stato. Venne ratificato solo dall'Ohio e dal Maryland prima dello scoppio della guerra di secessione. I legislatori dell'Illinois —riuniti all'epoca come Convenzione Costituzionale dello Stato— lo approvarono anch'essi, ma tale azione ha una validità discutibile. L'emendamento proposto non contiene una data di scadenza per la ratifica. L'approvazione del XIII, XIV e XV emendamento dopo la guerra di secessione hanno reso questa proposta in effetti priva di significato legale (presumibilmente, comunque, ogni futuro emendamento sulla materia conterrà il ritiro della proposta ancora pendente).
Un emendamento sul lavoro minorile proposto dal LXVIII Congresso il 2 giugno 1924 così prevede: "Il Congresso deve avere il potere di limitare, regolare, e proibire il lavoro delle persone sotto i diciotto anni di età". Poiché questo emendamento non venne ratificato, tale potere resta in teoria ai singoli stati: comunque, le successive leggi federali sul lavoro minorile sono state uniformemente sostenute come valido esercizio dei poteri del Congresso in base alla Clausola sul Commercio. Questo emendamento non contiene una data di scadenza e quindi può ancora essere ratificato.
Equal Rights Amendment, un emendamento sui pari diritti, che recita in una sua parte "La parità dei diritti davanti alla legge non devono essere negati o ridotti, dagli Stati Uniti o da un qualsiasi stato, in base al sesso." Proposto dal XCII Congresso il 22 marzo 1972, venne ratificato dalle legislature di 35 stati, ed è scaduto il 22 marzo 1979 o il 30 giugno 1982, a seconda del punto di vista che si ha su una controversa estensione di tre anni della data di scadenza della ratifica, passata dal XCV Congresso nel 1978. Dei 35 stati che lo hanno ratificato, cinque hanno in seguito rescisso la ratifica ben prima del 1979. Le opinioni differiscono (oggi come allora) se questi passi indietro siano validi; nessuna corte ha sentenziato sulla questione, nemmeno la Corte Suprema.
Un emendamento proposto dal XCV Congresso il 22 agosto 1978 che darebbe a Washington due senatori e almeno un deputato, come se fosse uno Stato. Ratificato dalle legislature di 16 stati —meno della metà dei 38 richiesti— è scaduto il 22 agosto 1985.
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