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Draghi male sulle pensioni, Quota 100 va tolta 
di Ninni Raimondi
 
«Draghi male sulle pensioni, Quota 100 va tolta»: la Fornero pretende ancora più tagli 
 
Quando si parla di Elsa Fornero, tutti si ricordano del pianto più fasullo della storia. Era il dicembre del 2011 e la Fornero – in qualità di ministro del Lavoro del governo Monti – stava annunciando la sue contestatissime riforma del lavoro e delle pensioni. Quando si trovò a pronunciare la parola «sacrificio», ecco che le lacrime sgorgarono copiose. La Fornero sapeva benissimo quel che stava facendo: una macelleria sociale senza precedenti. Eppure, nonostante tutto, Elsa non ha mai smesso di andare fiera delle sue riforme-capestro, giustificandole con le scuse più improbabili. Anche quando a bocciarla è stata la Corte costituzionale.   
 
La bordata a Draghi 
Nonostante i rovesci subiti, però, Elsa non demorde, non cede di un millimetro e rilancia: Quota 100 va abolita. Senza se e senza ma. Per questo la Fornero non può che scagliarsi contro Mario Draghi, che ha dovuto promettere a Salvini che la riforma delle pensioni voluta dal leghista, almeno per il momento, non sarà toccata: «Il Recovery Plan è un grande successo di Mario Draghi, prima che dell’Italia», ha dichiarato alla Stampa l’ex ministro del Lavoro. Che avrebbe però «preferito un impegno preciso a non rinnovare Quota 100: non vorrei che il governo rimanesse imbrigliato nella ragnatela dei partiti e della loro caccia al consenso». 
 
La Fornero, le pensioni e il «vincolo esterno» 
Insomma, bravo Draghi, che è deciso ad accontentare Bruxelles sulle fantomatiche «riforme strutturali». Ma sulle pensioni, dice la Fornero, non va affatto bene: «Non va confuso il messaggio chiarissimo che arriva con il Recovery: la strada intrapresa è quella degli investimenti che tutti ci chiedono da 30 anni. Una sola riforma non ci chiedono più: quella del sistema previdenziale, perché l’abbiamo fatta [la sua, ovviamente]. Ecco perché quel cedimento su Quota 100 non mi è piaciuto». In sostanza, «sarebbe stato molto meglio prendere un impegno formale con l’Unione Europa nel documento che vincola il Paese alle riforme necessarie da qui ai prossimi sei anni». Eh sì, Elsa, dei «vincoli esterni», non può proprio farne a meno. Tanto a pagare sono gli italiani, mica lei. 
 
28 Aprile 2021