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Firenze, Cosimo I del Cellini rivela lo “sguardo d’argento” grazie al restauro 
di Ninni Raimondi
 
Firenze, Cosimo I del Cellini rivela lo “sguardo d’argento” grazie al restauro 
 
Una rivelazione straordinaria emersa dal restauro di Cosimo I de’ Medici, busto in bronzo realizzato da Benvenuto Cellini tra il 1545 e il 1548: degli stupendi “occhi d’argento”. 
 
Lo sguardo d’argento di Cosimo I de’ Medici 
Il Cosimo I de’ Medici è uno dei massimi capolavori del Museo nazionale del Bargello: grazie al recente ritrovamento della lamina d’argento che ricopre le iridi del busto possiamo ammirare lo sguardo dell’eroe mediceo proprio come era stato concepito da Cellini. Questa statua di Cosimo I viene fusa dal Cellini negli stessi anni in cui aveva iniziato a lavorare al Perseo per piazza Signoria. Il busto han una corazza ricca di decorazioni. Da raffinato orafo quale era, Cellini ha cesellato al centro il volto di Medusa, simbolo rinascimentale di potere militare e divino, mentre in fondo al petto è il Toson d’Oro, l’onorificenza cavalleresca che Cosimo aveva ricevuto nel 1545 dall’imperatore Carlo V. 
 
Un restauro “inaspettato” 
Tale scoperta è stata possibile grazie al restauro iniziato ad aprile, in vista del prestito della scultura al Metropolitan Museum di New York per la mostra The Medici: Portraits and Politics, 1512-1570 (26 giugno – 11 ottobre 2021). Affidato alle mani esperte della restauratrice Ludovica Nicolai, inizialmente l’intervento prevedeva solo la rimozione di alcuni prodotti di corrosione della lega di metallo. Già che ci si trovava, però, la restauratrice – insieme alla dottoressa Ilaria Ciseri, curatore delle collezioni del Museo Nazionale del Bargello – ha deciso di procedere a un piccolo saggio sulla superficie degli occhi, per verificare se fosse stata effettivamente realizzata in argento. 
 
“Un risultato emozionante” 
“Il tentativo ha dato subito un risultato emozionante – racconta Ilaria Ciseri – celato sotto uno strato scuro e compatto è infatti emerso il chiarore di un metallo di colore diverso dal bronzo e in breve la restauratrice ha potuto accertare che il metallo era proprio argento. Benvenuto Cellini aveva dunque adottato una tecnica usata fin dall’antichità per impreziosire i volti delle sculture, inserendo lamine d’argento all’interno degli occhi“. Nei secoli successivi, forse tra Sette e Ottocento, era poi stata stesa una patinatura scura per uniformare cromaticamente gli occhi alla superficie bronzea del resto del busto. 
 
26 Maggio  2021