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Cocktail vaccinale  
di Ninni Raimondi
 
“Cocktail vaccinale”: la libertà di scelta è l’unica strada 
 
Stiamo assistendo all’ennesima giravolta politica sulla campagna vaccinale, successiva all’ondata sollevatasi per dei casi di danni collaterali avvenuti nel post vaccinazione. Fortunatamente le statistiche possono rasserenarci e dimostrare come la percentuale di effetti collaterali gravi avvenga in percentuali minime. Eppure, ciò non è bastato all’esecutivo per scegliere di rasserenare i cittadini e utilizzare una comunicazione priva di imposizioni. Fino ad arrivare alla proposta di un “cocktail vaccinale” in piena regola. 
 
Infatti, la paura verso il vaccino AstraZeneca (stando ai dati con effetti collaterali inferiori rispetto ad altri sieri) ha comportato la decisione di somministrare la seconda dose di altra marca. Scelta che appare avventata, dato che sperimentata ad oggi con solo una manciata di test e su un numerico molto piccolo di volontari (circa 600-700 unità). Pertanto, inoculare un altro farmaco per il richiamo rischia di provocare danni evitabili per un cittadino a cui viene imposto un trattamento sanitario differente. Al riguardo fanno riflettere le parole di Arnon Shahar, responsabile della campagna vaccinale in Israele, che intervistato dal Quotidiano Nazionale ha definito il mix di vaccini “una possibilità da esercitare soltanto in casi disperati”. E non è un caso che ieri il premier Mario Draghi è corso a precisare: “Se uno ha meno di 60 anni e gli è stato proposto di fare l’eterologa ma non vuole, questa persona è libera di fare la seconda dose di Astrazeneca purché abbia il parere del medico e il consenso informato, bene” 
 
Cocktail vaccinale? L’unica strada è la libertà di scelta 
Il fatto che Israele abbia utilizzato soprattutto dosi di Pfizer, che avrebbe interesse a sponsorizzare, dimostra la benevolenza delle parole di Shahar. Tuttavia, è doveroso constatare che il governo italiano stia nuovamente imboccando una strada tortuosa e poco comprensibile, al di là delle vaghe precisazioni di Draghi. In primis, sarebbe doveroso predisporre per la popolazione un trattamento sanitario frutto di adeguati studi clinici e sperimentali. Inoltre, è in questo caso ancor più imprescindibile la libertà del cittadino. Ogni italiano dovrebbe poter scegliere se sottoporsi alla somministrazione della seconda dose, se farlo con lo stesso vaccino della prima o se sottoporsi (volontariamente) al mix. In alternativa a ciò le imposizioni avventate e degne della visione comunista di alcuni esponenti governativi nazionali produrranno solamente dei gravi rischi ed ulteriore panico sociale. 
 
19 Giugno  2021